"Buona strada" al vice comandante Belloni

"Buona strada" al vice comandante Belloni
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«Molto più di un vigile», gli studenti della Primaria non potevano riassumere meglio la figura di Pierangelo Belloni. Il vice comandante della stazione della Polizia locale di Ghedi, in questi oltre 42 anni di servizio, non ha saputo solo farsi apprezzare per le qualità professionali di integrità e diligenza talmente veri da diventare contagiosi per chi gli stava intorno, ma anche per le qualità umane. La volontà di voler sempre approfondire ogni situazione, di mettersi a disposizione di ogni cittadino, anche e soprattutto di quello più giovane. Per anni gli studenti della Primaria l’hanno visto regolare l’attraversamento pedonale tra via Baracca e via Palazzo, dove ha rivisto chi era alunno diventare poi padre e accompagnare i suoi figli. Ed è proprio lì che venerdì, suo ultimo giorno di servizio, l’hanno voluto salutare e ringraziare anche gli studenti a cui per anni ha permesso di entrare a scuola in sicurezza.

«Tra i ricordi belli del mio lavoro - ha spiegato - sicuramente la fortuna di aver trascorso diverse ore con bambini e ragazzi. Ho cercato di dare sempre il meglio di me per cambiare qualcosa, e bisogna farlo proprio partendo dai bambini che sono il nostro futuro». Tra i tanti che lo fermavano per una stretta di mano o un ringraziamento c’è stato anche il tempo per la poesia che gli hanno dedicato. «Alto, bello e fiero, controlla chi va e chi viene in modo austero, ma nel taschino, oltre al fischietto, ha sempre un sorriso per ogni bimbetto, un consiglio da dare a chi aspetta, ma anche agli automobilisti con troppa fretta. Per lui la strada è come la vita, va trattata con intelligenza e rispetto, nessuno deve pensare di poter fare il furbetto. Ciò che ci hai insegnato non si legge sui segnali stradali e neppure sulle strisce pedonali, le tue parole venivano dal cuore e lì noi le custodiremo con amore. Grazie Pierangelo». Sono stati momenti di grande emozione per Belloni per le dolci parole dei giovani studenti che non potevano descrivere in modo migliore il suo operato che, più volte, l’ha visto protagonista nei progetti di educazione stradale in collaborazione con l’Istituto comprensivo.

«Lavoro da quando avevo 14 anni - ha spiegato poi agli studenti - ho lavorato un anno e mezzo, poi ho comunicato ai miei genitori che sarei voluto tornare a scuola». Si è dovuto impegnare per dividersi tra l’attività lavorativa e lo studio serale. Prima l’apprendista per una ditta che produceva oggetti in peltro, poi saldatore, Belloni nell’83 ha colto al volo l’occasione del corso per quella che prima era la figura del Vigile urbano: «Fare il vigile è stata una vera e propria scelta. - Ha spiegato - Il nostro lavoro è tra quelli che, se viene svolto correttamente, non ci si accorge di nulla, ma che se manca tutti se ne accorgono. Nonostante negli anni i compiti della Polizia locale siano cambiati non abbiamo certo abbandonato quelle attività di vigilanza che anche la cittadinanza ci richiede, così come è continuato il contatto diretto con le persone». Le persone, cuore pulsante della vita cittadina, con il loro carico di storie, bisogni, e necessità. «Il più grande insegnamento mi è stato dato da un giudice durante il corso di formazione che feci a Brescia, mi disse che anche il peggiore delinquente è una persona, e quindi tutto ciò che ha fatto è dato dal suo trascorso, influenzato da cultura, insegnamenti, vissuti diversi, ma rimane comunque una persona».

E il futuro in città senza il vice comandante Belloni? Pregustando il momento in cui diventerà nonno, a luglio, Pierangelo, dopo aver seminato tanto, non nasconde la sua positività per i tempi che verranno perché «la vita senza speranza non avrebbe ragione». Il congedo non può che essere un augurio, quello di far «buona strada», come lui ci ha insegnato.


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