Blue Whale, il gioco dei suicidi: i comportamenti dei figli a rischio
Il nome vuol dire "Balena blu", un tipo di mammifero che talvolta sceglierebbe di proposito il suicidio dirigendosi verso le spiagge per arenarsi.
Lunedì sera il programma di Mediaset "Le Iene" ha dedicato un intenso servizio a questa "moda" nata in Russia, intervistando i genitori di alcune delle vittime: adolescenti "normali" che mai avevano manifestato disagi.
Nel servizio si parlava anche di un sucidio avvenuto a Livorno lo scorso febbraio, quando un 16 si è lanciato nel vuoto da un palazzo. Alcuni elementi fanno ipotizzare che sia stato portato a questo gesto atroce proprio dal gioco.
Quando si viene individuati e si accetta di giocare, il "curatore" spinge la vittima ad eseguire alcune "prove" tra cui:
- tagliarsi la mano e inviare la foto al curatore;
- alzarsi alle 4.20 del mattino e guardare video psichedelici o satanici;
- taglairsi il braccio lungo la vena, non troppo in fondo. Fare tre tagli e inviare una foto al curatore;
- disegnarsi sul braccio una balena e inviare la foto al curatore;
- incidersi "yes" sulla gamba se si è pronti a essere una balena, altrimenti bisogna punirsi con alcuni tagli.
Più si va avanti con il gioco, più le prove sono dure e frustranti, con l'obiettivo di far precipitare la vittima in un vortice in cui la morte appare l'unica via d'uscita e allo stesso tempo il viatico per la celebrità nella community di "gamers". L'estremo sacrificio, filmato da altri "adepti", viene richiesto al 50esimo giorno e la vittima viene celebrato dagli altri memebri della comunità come un eroe.
Il consiglio ai genitori di figli adolescenti è quello di prestare particolare attenzione ad atteggiamenti strani e inediti, a tracce di sangue sui vestiti, alla musica che i figli ascoltano e alle compagnie che frequentano; una delle prove può consistere nel silenzio per 24, altro elemento che deve mettere in allarme.