Bimbi morti ai Civili, l'ospedale si difende
La Direzione esclude il focolaio epidemico.
Nessun focolaio epidemico né una stessa causa: la Direzione degli Spedali Civili di Brescia cerca di fare chiarezza sul caso dei quattro bimbi morti nell'ultimo periodo
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La dettagliata ricostruzione
Dopo l'esplosione della notizia dei bimbi morti e la decisione della Regione Lombardia di convocare una Commissione d'inchiesta per fare luce su quanto sta accadendo, la Direzione ha diramato una dettagliata nota in cui ricostruisce la genesi degli avvenimenti delle ultime settimana, con un punto fisso: i quattro decessi avvenuti nel Reparto di Terapia Intensiva Neonatale non sono riconducibili a una medesima causa né sono a conseguenza un focolaio epidemico.
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La genesi
"Il primo decesso, risalente al 30 dicembre, si è verificato in una condizione di prematurità estrema (nascita alla 27esima settimana di gestazione e peso di 980 grammi), a causa di una enterocolite necrotizzante (complicanza tipica dei prematuri) insorta dopo circa venti giorni dalla nascita e che, nell’arco di meno di 48 ore, ha portato la piccola alla morte.
Il 4 gennaio si è registrato il secondo decesso in neonato grave prematuro (nascita alla 26esima settimana di gestazione e peso di 940 grammi), nato in altro ospedale il 30 novembre e successivamente trasferito presso il reparto TIN per enterocolite necrotizzante con perforazione intestinale. Nonostante gli interventi chirurgici e il trattamento intensivo a cui è stato sottoposto, è subentrata grave insufficienza respiratoria con indici di flogosi in rialzo e riscontro radiologico di addensamenti polmonari bilaterali. Il quadro generale è andato progressivamente peggiorando fino a causare il decesso del piccolo.
Il terzo decesso del 5 gennaio è avvenuto in neonato prematuro (nato alla 30esima settimana di gestazione e piccolo per età gestazionale, peso alla nascita di 1130 grammi, e come i due precedenti nato da taglio cesareo urgente). Dopo le criticità dei primi giorni di vita (pneumotorace iperteso drenato, ventilazione assistita e supporto emodinamico con inotropi), seguiva un transitorio miglioramento delle condizioni generali sino al 29 dicembre, quando si registrava un nuovo peggioramento della dinamica respiratoria, unitamente ad un quadro di shock settico, complicato da disfunzione multiorgano, quadro esitato nel decesso il 5 gennaio".
Il quarto decesso
Infine la Direzione ha preso posizione anche sull'ultimo decesso avvenuto nei giorni scorsi e rimarcato come questo caso non rientra tra quelli presi in esame dalla Magistratura.
"In relazione al quarto neonato (nato alla 35esima settimana) si conferma che è deceduto presso la TIN poco più di due ore dopo il parto, per una gravissima malformazione congenita delle vie aeree superiori. Quest’ultimo caso è stato dichiarato “non di interesse” da parte dell’Autorità giudiziaria, mentre i casi che si sono verificati tra il 4 e il 5 gennaio saranno sottoposti ad autopsia giudiziaria. Entrambi questi due decessi sono subentrati con quadri di infezione in corso, ma tra loro non correlati.
Oltre agli accertamenti avviati dalla Autorità Giudiziaria, sono in corso, ad oggi, due indagini coordinate da ATS Brescia, relative da un lato alla gestione clinica dei 3 casi, e dall’altro al funzionamento generale del Reparto".
Il cordoglio e la vicinanza
"La ASST ribadisce la sua partecipazione e vicinanza alle famiglie dei piccoli. La Direzione Strategica Aziendale esprime totale fiducia nella professionalità e nella profonda umanità della Direzione e della équipe della Terapia Intensiva Neonatale".
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