Bimba strappata alla mamma: nasce gruppo Salviamo la piccola Angela

Striscioni, cartelli e selfie di solidarietà in tutta la città per la piccola Angela che domani potrebbe essere strappata alla mamma.

Bimba strappata alla mamma: nasce gruppo Salviamo la piccola Angela
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Oggi la città e provincia di Brescia si è mobilitata per proteggere la piccola Angela (nome di fantasia) da una sentenza che le persone che conoscono e amano questa ragazzina ritengono ingiusta.

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Il fatto

Angela (nome di fantasia),  è una bambina che vive con la mamma e che per nessuna ragione vuole vedere il padre. Secondo la psichiatra questo potrebbe dipendere da una psicopatologia, per questa ragione ha deciso di costringere la bambina a vivere con il padre, anche contro la sua volontà. Da questa vicenda è nato il gruppo Salviamo la piccola Angela, che ha avviato una mobilitazione di protesta "Domani, - scrivono i membri del comitato - l’allontanamento della bambina dalla madre contro la sua volontà rischia di essere una grave violazione dei suoi diritti e potrebbe causarle un pesante trauma".

La mobilitazione

Decine di cartelli e striscioni sono apparsi per le  vie della città, sulle automobili, sui treni, sui balconi e sulle finestre delle case. Il Gruppo Facebook “Salviamo la piccola Angela” , ha raggiunto in poche ore più di 600 iscritti e sono arrivate decine di selfie di persone che manifestavano la loro solidarietà, mettendoci la faccia.

Comitato per i Diritti del Fanciullo

Una delle mozioni portata dai membri del gruppo è quella che: il Comitato per i Diritti del Fanciullo (CRC) delle Nazioni Unite, il 7 febbraio 2019 ha raccomandato all’Italia di garantire "il diritto del bambino di essere ascoltato" e che le decisioni sulla vita dei bambini siano consentite solo dopo "un'attenta valutazione del migliore interesse del bambino". Per questo motivo, il gruppo si propone di essere presente all'udienza come osservatori neutrali, per assicurarci che non vengano violati i diritti della bambina.

Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani

“La mobilitazione popolare delle persone che conoscono la bambina e la mamma è un’evidente manifestazione della probabile insussistenza delle valutazioni psichiatriche.- ha detto Paolo Roat Direttore del Dipartimento Tutela Minori del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani - La psichiatria infatti è una disciplina priva di prove scientifiche certe e le valutazioni psichiatriche dovrebbero sempre essere prese con le pinze. La decisione infatti è basata sulle perizie psichiatriche. Senza entrare nel merito, e ricordando come la bambina non manifesti problemi di sorta eccetto il non voler vedere il padre, siamo certi che l'uso di comunicazione e buon senso sortirebbe migliori risultati rispetto ad un approccio psichiatrico-coercitivo".

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