«Bedizzole per il cuore dell’Italia» dona casa ai terremotati

«Bedizzole per il cuore dell’Italia» dona casa ai terremotati
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E’ partita tre settimane fa la spedizione che da Bedizzole con due camion e un camper ha portato al centro Italia la beneficenza raccolta dal gruppo «Bedizzole per il Cuore dell’Italia».

Tre padri con i loro rispettivi figli sono arrivati dopo tante ore di viaggio sabato mattina ad Amatrice, per la precisione in una delle sue settantanove frazioni, quella di Scai. Questo è il primo luogo dove è stato consegnato uno dei tre moduli abitativi a una coppia con due bambini piccoli, costretti da agosto a vivere in un garage.

«Non ti dico la gioia della famiglia» ha raccontato al nostro settimanale uno dei bedizzolesi che hanno partecipato alla consegna dei beni fondamentali - «siamo riusciti a consegnarla dopo qualche difficoltà perchè le case crollate ostruiscono ancora le strade e con il camion non riuscivamo a percorrere diverse vie per arrivare al punto di scarico. È stato fondamentale l’aiuto dei vigili del fuoco».

Il secondo modulo abitativo è stato posizionato a San Cipriano, un’altra frazione di Amatrice ed è stato consegnato a una coppia che vi si è trasferita da Petra, piccola località a più di 1200 metri senza più acqua e corrente e ormai trasformatasi in un paese fantasma. Il terzo e ultimo modulo è stato consegnato a Visso, vicino a Norcia, a una coppia che nel terremoto ha perso la propria casa e il proprio negozio e ora sta cercando di ricominciare. Ricominciare è una parola che suona lontana oggi alle orecchie dei paesi colpiti dal terremoto. I bambini non ci sono quasi più, tutte le famiglie in grado di farlo hanno portato i loro figli lontano da situazioni di disagio difficili da sostenere anche per un adulto.

«La situazione a livello materiale sembra essere un po' migliorata» ci spiega uno dei partecipanti alla spedizione «ma a livello morale c’è un grande senso di abbandono nella gente. Alcuni si domandano se non fosse stato meglio rimanere sotto le macerie. Per questo motivo ci sono squadre di psicologi che cercano di dare un contatto umano e un aiuto alle persone. Sabato sera, dopo aver montato il secondo modulo, siamo rimasti a mangiare nella tendopoli e abbiamo provato la vita da sfollati. È stata un’esperienza significativa per tutti noi, soprattutto per mio figlio, sembrano impossibili certe cose nel 2017». La sensazione di abbandono è demoralizzante e le persone vanno in depressione. Le rovine non possono essere toccate per le perizie e l’esercito sta creando dei piazzali per installare tutti i moduli abitativi provvisori. I primi di questi moduli però stanno arrivando solo in questi giorni, a sei mesi dalle scosse, in ritardo. 

Nel frattempo la spedizione bedizzolese è tornata con un nuovo ordine: niente più giocattoli, ad Amatrice i bambini non ci sono più.


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