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Aumento dei contagi, ma l'Asst regge la pressione

L'Azienda è occupata anche a programmare la campagna vaccinale.

Aumento dei contagi, ma l'Asst regge la pressione
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di Federica Gisonna

A fare il punto della situazione dell'Asst Franciacorta è stato il direttore generale Mauro Borelli che ha parlato anche della campagna vaccinale e delle sue perplessità.

Aumento dei contagi, ma l'Asst regge la pressione

E’ una guerra costante quella combattuta dall’Asst Franciacorta che, in questi ultimi giorni, ha visto salire il numero di ricoveri dei pazienti positivi al Covid, ma questa volta non provengono più dal Milanese. E nemmeno da tutto il Bresciano in generale, ma arrivano proprio dal territorio di competenza dell’Azienda Socio Sanitaria. Al momento però, è bene sottolinearlo, la situazione è sotto controllo, ma non bisogna abbassare la guardia.

Il punto della situazione

«Nell’ultima settimana c’è stato un aumento dei ricoveri del 20% - ha spiegato il direttore generale dell’Asst Franciacorta, Mauro Borelli - Provengono tutti dai nostri territori e sono certamente un po’ preoccupato. Questo non vuol dire che la situazione non sia sotto controllo: ci metto 38 ore a riconvertire l’ospedale in base a come abbiamo predisposto per affrontare l’emergenza, ma vorrei non doverlo mai fare. L’obiettivo, invece, è che i casi possano diminuire. Fondamentalmente è difficile lavorare così: ci siamo imposti, come giusto che sia, di continuare con tutti gli altri servizi e con gli ambulatori perché le necessità che c’erano prima non sono cambiate, ma sarebbe opportuno anche poter fare programmazioni future. E questo, in un momento così delicato, non è possibile. Sarà fattibile solo non appena si vedrà una decrescenza delle positività effettive».

E non sono mancate nemmeno le raccomandazioni: «E’ ormai chiaro a tutti che la mascherina e il rispetto delle regole permettono di fermare i contagi - ha aggiunto Borelli - Faccio fatica a comprendere la mancata attenzione alle precauzioni. Non possiamo permetterci di essere nuovamente travolti dal virus».

I vaccini in struttura

Non poteva inoltre mancare un focus sui vaccini. L’Asst Franciacorta ha proceduto in maniera spedita alla somministrazione della prima dose del vaccino Pfizer ed è iniziata in questi giorni la seconda fase. Fortunatamente ad avere aderito è stato l’85% del personale.
«Soltanto nella giornata di lunedì abbiamo fatto più di 300 richiami - ha spiegato il direttore con soddisfazione - L’ho fatto anche io, nell’ultimo giorno possibile per la somministrazione della prima dose. Giustamente ho aspettato il mio turno, dopo quello di medici, infermieri e di tutto il personale».

La campagna vaccinale

Nonostante non manchi la programmazione e si stia lavorando sodo, restano alcune perplessità e preoccupazioni in merito alla campagna vaccinale che dovrebbe partire a breve (arrivo dalle dosi promesse alla Regione Lombardia permettendo). A lasciare perplessi non è tanto, se così si può dire, la somministrazione a un bacino di circa 70mila utenti sopra i 60 anni, ma le modalità con le quali sarà possibile garantire il servizio a coloro che sono allettati o che si trovano a casa impossibilitati a raggiungere il punto più vicino di erogazione.
«Stiamo studiando con il massimo impegno e predisponendo un piano - ha aggiunto Borelli - Ci stiamo lavorando con massima attenzione e la “macchina” funzionerà perché tutti faremo in modo che sia così. Dobbiamo vaccinare nei prossimi mesi, solo parlando degli over 60, circa 70mila persone. Abbiamo già gli accordi con il Comune di Chiari e Iseo per l’utilizzo dei palazzetti e, qualora ci fosse bisogno, si potrebbero prendere accordi con Rovato e Palazzolo, ma ci sono anche i problemi del trasporto dei vaccini e del personale che è in grado di somministrarli».

Infatti, la questione dello spostamento delle dosi, ma anche quella dell’esecuzione della puntura, non è così semplice come si può immaginare.
«Il vaccino non può scongelarsi - ha spiegato Borelli - Una volta aperto, è da utilizzare il prima possibile. E’ fragile. Se si scongela la molecola e si rompe, questa non farà la sua funzione e dunque sarà tutto inutile. Per questo, qualora i medici di base potranno fare i vaccini, bisognerà capire bene le modalità e servirà una attenta programmazione. Comunque, Regione Lombardia sta pensando alla stipula di diversi accordi. Infine, ricordiamoci che comunque serve il personale per la somministrazione e che ci vuole attenzione anche nel semplice gesto di prendere la siringa o di aprire la fiala. Questo non è un vaccino come quello a cui siamo sempre stati abituati».

Borelli però, si è soffermato anche su un altro importantissimo tema, quello di coloro che non potranno spostarsi.
«E’ necessario che ci venga detto anche come fare per tutte quelle persone che sono a casa e non possono raggiungere i punti di somministrazione - ha concluso - L’ideale sarebbe per loro una unica dose e che si possa portare da loro in maniera più semplice. Regione ci sta lavorando. Ho consigliato anche di provare a capire come si sono mossi in Israele e in Regno Unito, dove la campagna è partita spedita. Comunque, l’importante è partire, ma ricordiamoci dell’aspetto fondamentale: dobbiamo avere i vaccini per poterli somministrare, ma anche chi è capace di farlo».

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