Asola perde Amedeo, l’ultimo arrotino

Asola perde Amedeo, l’ultimo arrotino

Se si incontra la solarità del figlio Corrado, unita al tatto della figlia Maria Giulia e alla cordialità della moglie Elvira, non si fa fatica a immaginare che persona fosse Amedeo Donini, l’ultimo “muletà Asulà”, anche per i pochi che ancora non lo conoscevano.

I ricordi riaffiorano nella mente dalle tante persone che in questi giorni hanno fatto visita all’uomo nella piccola via Cantarane, amici di una vita ma anche coloro che hanno saputo di lui solo negli ultimi anni, e tutti sono concordi su una particolarità che l’anziano aveva sempre: il suo sorriso. Si, perché se Amedeo, l’arrotino asolano venuto a mancare a 82 anni, era molto conosciuto per il suo lavoro, aveva clienti, chirurghi e macellai in particolare, da varie parti d’Italia, per le sue movenze da “Barbiere di Siviglia” e per la sua attitudine al canto, a tutti era nota anche la sua ironia, la sua voglia di vedere tutti felici, la sua solarità che lo contraddistingueva.

«Aveva da sempre un animo generoso e spiritoso – racconta l’adorata nipote Nicole – aveva per tutti una battuta. Era solare e sempre sorridente. Amava anche fare dei piccoli scherzi alla nonna. Prendeva il sacchetto dei biscotti dalla credenza, lo rompeva nella parte posteriore, mangiava qualche biscotto, e poi rimetteva tutto al suo posto, come se niente fosse».

Era un uomo buono Amedeo, di quelli che al giorno d’oggi sono rari, aveva sempre un pensiero per tutti, si preoccupava per la famiglia, chiedeva sempre di loro e degli amici più stretti, fino all’ultimo istante quando ha sorriso vedendo la nipote tornare dalle vacanze estive, felice di averla al suo fianco. In signor Donini, discendente da una famiglia di arrotini, aveva iniziato a lavorare a 12 anni e da quel momento, fino al compimento degli 80 anni, non ha fatto altro.

I primi anni lavorava girando in bici, poi con un laboratorio proprio a casa sua, con ben tre mole per affilare. Ogni tanto partecipava anche ai mercati di Asola, Gazzoldo, Montichiari e alle Grazie con una grande bancarella. Al suo fianco la figlia Maria Giulia, maestra, che adorava in modo particolare questa parte del lavoro del padre, e la moglie Elvira. E’ qui che, nel raccontare la sua storia, entra in gioco un sentimento d’altri tempi, un amore forte e sincero che è durato ben 53 anni. «A mio padre piaceva tantissimo cantare e ascoltare musica mentre svolgeva il suo lavoro – prosegue la figlia Maria Giulia, madre di Nicole – e grazie a questa sua passione, per la quale ha vinto anche numerosi premi come il primo posto al concorso canoro asolano Ercole D’Oro, nel gennaio 1960, ha trovato anche l’amore. Il Coro di Santa Cecilia Don Anselmo Ghidini, parroco che conosce personalmente, nel 1963 va in trasferta a Loreto, dove viveva mia madre. Lui era uno dei cantori, uno sguardo ed è stato amore a prima vista».

«Ho dei bei ricordi di quando andavo a casa loro per pranzo dopo la scuola – prosegue Nicole – sentivo cantare il nonno dalla strada, assieme al rumore degli strumenti. Adorava l’Inter e guardava spesso le partite in tv o con gli amici al Caffè Roma o al Bar Sport». 

Amedeo faceva parte anche di tante organizzazioni come la Bucaneve, alla quale verranno devolute le offerte fatte in questi giorni, e la Soms, Società Operaia Mutuo Soccorso, il cui presidente, Armando Bertuzzi, lo ricorda così sulla sua pagina Facebook: «L’amico del caffè della “partitina a briscola” e della sua passione del canto lascerà un grande vuoto negli asolani».