Arrestato al casello di Chiari con un chilo di cocaina in auto
Il giovane è stato seguito dai carabinieri di Parma fino al territorio bresciano. Immessa sul mercato la droga avrebbe fruttato 150mila euro.
L’hanno fermato al casello di Chiari con un panetto di cocaina da un chilo. Continua senza sosta l’attività di contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti del Comando Provinciale dei Carabinieri di Parma su tutto il territorio della provincia e non solo. A poco più di 48 ore dall’arresto di tre cittadini albanesi trovati in possesso di circa 5 chilogrammi di cocaina purissima, l’Arma parmigiana infligge un altro duro colpo ai narcotrafficanti. Martedì scorso venivano monitorati gli spostamenti di un 23enne di origine albanese che, dopo essere transitato in prossimità di Parma, percorrendo l’autostrada A1 si dirigeva verso Nord. Gli investigatori dell’Arma decidevano quindi di pedinarlo e successivamente procedevano al suo controllo in prossimità del casello autostradale di Chiari.
Nascosta nel vano della portiera
Ancora una volta l’intuito investigativo dei militari dell’Arma parmigiana dava i suoi frutti, occultato in un vano realizzato nella portiera anteriore lato passeggero veniva rinvenuto un panetto di cocaina pressata del peso di 1,1 kg.
La droga dai preliminari accertamenti tecnici è risultata avere un elevato grado di purezza e una volta “tagliata” avrebbe permesso di immettere sul “mercato” degli stupefacenti oltre 2.000 dosi per un valore stimato di circa 150mila euro. Come in molti casi avviene, l’involucro contenente lo stupefacente è risultato contraddistinto da un logo; in questo caso molto particolare, un Koala. Sono in corso accertamenti per verificare se possa far parte di una specifica partita già riscontrata in altre località in Italia. Veniva inoltre rintracciato e perquisito il nuovo domicilio del cittadino albanese, un appartamento nel comune di Sarnico. All’interno della casa veniva rinvenute ulteriori dosi di cocaina e materiale vario per la pesatura ed il confezionamento. L’arrestato veniva quindi tradotto presso la Casa Circondariale di Brescia a disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente.