Anna Scaglia la sacerdotessa della danza orientale
La danza è la madre di tutte le arti, antica quanto il mondo che l’ha generata, espressione della gioia e della vitalità fin dal grembo materno, quando il primo battito della vita che cresce è fremito che crea legame emozionale tra feto e madre, un palpito che è già esistenza.
Tra le forme di danza quella orientale, però, è sicuramente la più legata all’elemento femminile, alla creazione e al concepimento come ci racconta Anna Scaglia, la sacerdotessa monteclarense della danza orientale. Originaria del Piemonte, Anna è giunta in provincia di Brescia per motivi di lavoro e si è trasferita a Montichiari per amore, lo stesso amore che l’ha portata a dedicarsi alla danza orientale. «Ho sempre amato il ballo fin da ragazzina - racconta - ma fino al 2000 non mi ero mai avvicinata veramente alla danza.
Mi ero appena trasferita dalla provincia di Torino perché l’azienda meccano tessile per la quale lavoro aveva aperto una filiale a Brescia e avevo accettato di seguirne le fasi di organizzazione. Credevo si trattasse di un periodo limitato di tempo e invece ho conosciuto mio marito Massimiliano, ci siamo innamorati e sono rimasta a vivere a Montichiari. Mi sono avvicinata alla danza orientale praticamente per scherzo, iscrivendomi ai corsi di Samara Salah, insegnante e danzatrice di livello internazionale, con la quale ho iniziato la mia formazione.
Quello che era iniziato come un gioco è diventato non solo una passione forte ma quasi una professione: ho frequentato corsi, stage di approfondimento delle tecniche e degli stili e viaggi studio al Cairo. Nel 2010 ho consolidato il sogno conseguendo il diploma Midas di Maestro di Danze Orientali rilasciato della Fids. (Federazione Italiana Danze Sportive) e riconosciuto dal Coni. La continua formazione dura da ormai da 17 anni e mi ha portato ad approfondire la danza orientale in tutte le sue sfumature, ad amarla in toto. Ciò che la danza orientale trasmette è qualcosa di unico: è un’arte ancestrale, profondamente legata alla femminilità e alla maternità. Quando ci si abbandona alle sue movenze, ci si isola dal resto del mondo, non si pensa più a nulla se non a se stesse. È una vera e propria forma di comunicazione con il proprio io più profondo. Ecco perché è indicatissima anche come attività preparto, durante l’attesa, infatti, grazie all’azione degli ormoni, le articolazioni sono più flessibili e questo consente di imparare con maggiore spontaneità e facilità i movimenti rotatori e ondulatori che sono parte integrante di questa arte antichissima e la donna, che è nel periodo più disponibile per mettersi in ascolto del proprio corpo, ne riceve un beneficio profondo che si trasmette alla sua creatura.
Io stessa ho danzato fino all’ultimo mese quando aspettavo mio figlio Giacomo. Danzare dà gioia assoluta a madre e figlio, agisce sull’immaginazione come se il bimbo fosse già pronto per essere cullato e pone in ascolto dei propri bisogni emotivi. Inoltre la danza orientale non richiede perfezione nel corpo ma grande armonia di spirito e capacità di essere orgogliose delle proprie forme arrotondate che appaiono bellissime perché simbolo del femmineo radice di vita». Anna Scaglia, dopo aver dato vita al gruppo «Le Rose d’Oriente» con le quali ha proposto spettacoli, performance ed eventi vari ed essere co-fondatrice dell’associazione sportiva dilettantistica «Lune Blu», ha dato il via due anni fa a «Danza Armonia Danza Orientale» che organizza corsi specifici di danza orientale e Tribal Fusion, genere che traendo ispirazione dalla danza del ventre classica, si trasforma e si rielabora grazie a discipline artistiche più moderne sempre ponendo la femminilità in primo piano.