Andrea Pavarini, l’assassino di Francesca Fantoni era capace di intendere e di volere al momento dei fatti. Lo scrive il professor Ser-
gio Monchieri nella perizia consegnata al gip Carlo Bianchetti.

L’analisi del perito
Andrea Pavarini che a febbraio del 2019 aveva violentato, picchiato, ucciso e lasciato il cadavere nel parco pubblico di Bedizzole, era lucido. Dovrà rispondere di violenza sessuale e omicidio volontario con l’aggravante di aver commesso il fatto ai danni di una persona affetta da ritardo cognitivo.
I fatti
Quel sabato sera Francesca Fantoni e Andrea Pavarini escono assieme da un bar del centro di Bedizzole. Succede attorno alle 21 e proprio lì vengono ripresi da una telecamera di sicurezza. La direzione è quella degli autoscontri, confinanti con il Parco dei Bersaglieri. Nel parco le forze dell’ordine collocano la scena del crimine: la tragedia sarebbe avvenuta proprio lì, a pochi passi dalle giostre che di sabato sera fanno il pienone e, anzi, la cui musica potrebbe aver coperto le grida d’aiuto della donna. In un primo momento si pensa allo strangolamento, ma la versione ufficiale parla di morte per lesioni: l’ha pestata a morte. Forse preso da un raptus. Il cadavere viene occultato nella zona dietro alla fontanella, al confine con le ambulanze del Cosp e coperto da alcuni rovi. Pavarini, sporco di sangue e graffi, torna in centro dove viene ripreso da un’altra telecamera intorno alle 22.30 con una grossa chiazza rossa sulla felpa. A chi gli chiede spiegazioni sulle ferite risponde che sarebbe caduto da un albero, un racconto palusibile visto che lui fa il giardiniere.