Il caso

Ancora bracconaggio in Lombardia, uccisa una cicogna bianca e un falco pellegrino

Il WWF Regionale: "Pene irrisorie per i reati venatori: si capisce come il fenomeno sia tanto diffuso"

Ancora bracconaggio in Lombardia, uccisa una cicogna bianca e un falco pellegrino
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Sebbene la stagione venatoria in Lombardia sia iniziata a suon di ricorsi al Tar, ed è stata ostacolata anche dal maltempo, a pochi giorni dal via sono già diverse le denunce del WWF sugli abusi delle doppiette.  Anche a Brescia.  I cacciatori di frodo, troppo spesso, agiscono in spregio alle regole anche alla luce del sole, protetti dal fatto che, sottolinea l'associazione, i controlli sono pochi e le conseguenze di eventuali procedimenti penali collegati all'attività venatoria sono spesso irrisori.

Uccellatori senza scrupoli

Due degli episodi più eclatanti e apparentemente assurdi riguardano una cicogna e un falco pellegrino, entrambi colpiti dai pallini di un ignoto cacciatore nel Lodigiano. I due esemplari - entrambi facenti parte di specie protette, peraltro assolutamente irrilevanti ai fini alimentari - sono stati rinvenuti feriti dalla Polizia Provinciale e dalle Guardie volontarie della Provincia. La cicogna bianca è stata presa in carico dal Dipartimento Veterinario dell’Università di Lodi, mentre il falco pellegrino veniva consegnato al CRAS di Vanzago. Entrambi gli uccelli tuttavia sono morti poche ore dopo il ritrovamento, per i traumi subiti.

Due casi a Barbariga e Provaglio d'Iseo

Non solo Lodi, restando nella Bassa lombarda anche a Brescia alcuni cacciatori si sono distinti per aver interpretato le regole venatorie a modo loro. Si tratta di due capannisti, sorpresi dalle guardie del WWF mentre utilizzavano due richiami acustici vietati. Avevano già abbattuto tredici fringuelli e fanelli, entrambe specie "vietate".
Poco distante, sul lago d'Iseo, le guardie hanno invece sorpreso un cacciatore che aveva ucciso un pettirosso e una capinera (specie particolarmente protette), con un fucile di piccolo calibro, modello "flobert", detenuto abusivamente in quanto non regolarmente denunciato.

La reazione ai controlli delle guardie del WWF

Non capita abbastanza raramente che alle segnalazioni dei volontari dell'associazione i cacciatori impenitenti reagiscano anche in modo aggressivo, se non violento. È capitato ad esempio che un cacciatore sorpreso nell'Alto Milanese dopo aver ucciso 27 uccelli appartenenti a specie protette (pispole e fanelli), spintonasse e strattonasse una delle Guardie intervenute. Sono dovuti intervenire i carabinieri.

“Ogni anno all’apertura della caccia si registrano gravi atti di bracconaggio che dimostrano quanto siano ancora diffusi comportamenti irrispettosi delle norme vigenti - è il commento del WWF lombardo, affidato ad una nota - Sebbene il calo dei cacciatori sia inarrestabile, la vigilanza sul territorio è in buona parte della Regione Lombardia, insufficiente. L’emergenza PSA inoltre sta impegnando le Polizie provinciali, già da tempo sotto organico, sottraendo personale all’attività di controllo dell’attività venatoria. Possiamo dire con abbastanza certezza che chi voglia utilizzare mezzi vietati o abbattere fauna protetta, ha una scarsissima probabilità di essere controllato. Se poi aggiungiamo a questo, le pene irrisorie per i reati venatori, la possibilità che i procedimenti vadano in prescrizione e la sempre più frequente applicazione della “tenuità del fatto” si capisce come il bracconaggio sia tanto diffuso".

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