Anche un palazzolese a bordo dell'autobus dato alle fiamme

Lui si chiama Alessandro Cadei e fa il professore di educazione fisica alla scuola media Vailati di Crema.

Anche un palazzolese a bordo dell'autobus dato alle fiamme
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C'era anche un 65enne originario di Palazzolo a bordo dell'autobus dato alle fiamme dal suo autista.

A bordo dell'autobus

Lui si chiama Alessandro Cadei e fa il professore di educazione fisica scuola media Vailati di Crema. A Palazzolo è nato e cresciuto.

Era anche lui a bordo dell'autobus ma non se la sente di raccontare la sua storia anche se sta bene e in molti già si stanno complimentando con lui per il modo in cui ha protetto i suoi ragazzi.

Il sequestro, il terrore, le fiamme e il salvataggio

Doveva essere una normale mattinata per i 51 studenti della scuola media “Vailati” di Crema. Invece, loro malgrado, si sono trovati a vivere l’incubo peggiore. Sequestrati su un autobus, minacciati di morte e finalmente liberati dal blitz dei carabinieri lungo la Paullese. Nei confronti dell’autore del gesto, il 47enne senegalese Ousseynou Sy, la Procura contesta anche l’aggravante di terrorismo. Tutto è iniziato intorno a mezzogiorno quando i ragazzi, studenti di due classi seconde della media “Vailati” di Crema, insieme a due docenti, si trovavano a bordo di un autobus di linea di Autoguidovie che li avrebbe dovuti riportare a Crema dopo aver svolto un’attività sportiva. Ma all’improvviso il conducente del mezzo, il 47enne da 15 anni alle dipendenze dell’azienda cremasca, ha cambiato strada imboccando la Paullese.

A quel punto avrebbe iniziato a minacciare tutti i presenti. “Da qui non esce vivo nessuno. Andiamo a Linate”. Nella sue mente, forse, aveva già pianificato tutto. Per questo e per l’impatto avuto sulla popolazione, la Procura ha deciso di contestare anche l’aggravante di terrorismo. L’obiettivo del 47enne era – forse – l’aeroporto di Linate dove avrebbe potuto compiere una strage. Con due taniche di benzina, che aveva nascosto sul pullman, ha minacciato i presenti di morte. Ha versato la benzina e intimato a tutti di consegnare i cellulari. Alcuni bambini sono stati anche legati con fascette da elettricista. Uno dei ragazzini, però, con grande coraggio, è riuscito a tenersi il cellulare e ha chiamato i genitori in un disperato tentativo di chiedere aiuto. I genitori allertati dal figlio hanno subito chiesto l’intervento del 112. I carabinieri, si sono gettati all’inseguimento del mezzo da Paullo e hanno approntato il posto di blocco sul ponte di Peschiera Borromeo nel timore che l’autobus riuscisse a raggiungere la Tangenziale. Il 47enne ha prima speronato l’auto dei militari ma poi ha perso il controllo del mezzo finendo contro il guardrail. A quel punto ha sparso la restante benzina e ha dato fuoco.

Le accuse e le motivazioni

E’ accusato di sequestro di persona, strage, incendio e resistenza a pubblico ufficiale. La Procura gli ha contestato anche l’aggravante di terrorismo. “Ha commesso un gesto che ha creato panico nella popolazione”, hanno sottolineato gli inquirenti. Secondo quanto emerso nelle indagini non sarebbe legato all’Isis, ma si tratterebbe di un “lupo solitario”. Durante l’interrogatorio ha ribadito quanto aveva già detto a bordo dell’autobus: “Voglio vendicare le morti del Mediterraneo”. Questa la motivazione che lo avrebbe spinto a cercare di uccidere 51 ragazzi e i loro professori.

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