Altro che primavera: il clima alla Serlini si fa sempre più gelido
Dopo l’autosospensione del parroco, continua il circo delle accuse tra presidente, sindaco e opposizione
Altro che primavera, il «clima di tensione» denunciato da don Adriano Bianchi si è trasformato in una bufera sulla Serlini. Pare non esserci tregua per la residenza sanitaria assistenziale ospitalettese che, dopo l’allontanamento del parroco dal ruolo di membro del CdA, si trova ora a fronteggiare un clima tutt’altro che mite.
Ad alimentare la «guerra fredda» sono il ricorso al Tar presentato dalla Fondazione contro il Comune di Ospitaletto per 690mila euro e la diffida (tramite legale) per il ritiro del decreto sindacale circa la nomina dei tre (nuovi) consiglieri del CdA. Oltre ai 320mila euro di danni per la predisposizione del progetto di ampliamento della Rsa, infatti, l’ente ospitalettese ha chiesto il risarcimento di 370mila euro per la variante al progetto.
Serlini, continua il clima di tensione
Un tasto dolente per il gruppo d’opposizione Insieme per Ospitaletto che si è espresso anche sulla diffida della Serlini al ritiro del secondo decreto sindacale di designazione di nuovi membri (Antonio Tirinato, Simonetta Stefanini e Giambattista Rocco). Stando alle carte presentate dalla Fondazione, infatti, la nomina dovrebbe avere valore a partire dall’approvazione del quinto bilancio (entro il 30 giugno) e non, come voluto dall’Amministrazione, dal 29 aprile.
«Esprimiamo solidarietà al presidente Gian Battista Garza, a tutti i membri del CdA per la difficile situazione che si è creata, perché l’attività possa continuare ancora più vigorosa, rispetto alle minacce del Comune, contraddistinta con lo stesso spirito di servizio, generoso e gratuito, che ha caratterizzato l’azione autorevole e riformista dell’intero mandato quinquennale (compresi i due anni di covid), a tutela dell’autonomia della Fondazione Serlini, degli interessi di tutti gli ospiti e di tutti i lavoratori - hanno commentato da Insieme per Ospitaletto - Concludiamo con una domanda: ma nella maggioranza, ove tutti tacciono, non c’è nessuna voce libera che chieda conto alla sindaca dei danni che sta provocando alla Fondazione Serlini e al Comune?».
La replica del sindaco
La risposta di Trecani (accusata di aver spinto l’abbandono temporaneo del parroco) è presto arrivata con il pugno di ferro. «L’autosospensione del parroco da membro del Consiglio di Amministrazione è stata resa nota con lettera del 19 aprile, il giorno successivo alla distribuzione del volantino n. 3 da parte della Fondazione Serlini; è, quindi, evidente che non è stata certo l'Amministrazione comunale ad alimentare le polemiche; è il presidente della Fondazione che non si rassegna a dover lasciare la carica e che strumentalizza per fini politici la stessa Fondazione creando questo clima di tensione all'interno della comunità - ha detto - Il mio recente decreto di nomina dei tre nuovi membri è un atto dovuto in ottemperanza allo Statuto della Fondazione il quale impone alla stessa di attivare il relativo procedimento di nomina prima della scadenza dell'ultimo esercizio finanziario».
Il decreto di nomina dei tre nuovi componenti (valida dal 29 aprile 2024 al 28 aprile 2029) non verrà ritirato «in quanto non sussistono ragioni per farlo - ha precisato - Il bando di gara riguardante il partenariato pubblico privato per l’ampliamento recava una clausola precisa e chiara circa la possibilità che la procedura potesse essere revocata dal Comune. Trovo infine strano che il presidente si sia giustificato per non aver firmato il contratto da 6milioni di euro per l’esecuzione dei lavori di ristrutturazione della casa di riposo che accedono al Superbonus dicendo che non ne aveva i poteri in quanto esautorato, mentre non ha esitato a far deliberare tali ricorsi. Mi domando: vanta questi poteri solo quando a lui fa comodo?».
La risposta di Garza
Gli interrogativi a effetto domino trovano il commento del presidente Garza. «Il “cattivo” presidente e il CdA rispettano lo Statuto della Serlini e le ordinanze del Tribunale e, dopo l’approvazione del bilancio che avverrà ragionevolmente entro il 30 giugno, non vedono l’ora di poter lasciare la carica alla scadenza naturale del mandato. Perlomeno bisogna capire la differenza tra firmare un contratto di 6 milioni e un mandato legale. Davvero la firma di un contratto simile rientra nella competenza di un Direttore, perché è di ordinaria amministrazione? Allora, perché nemmeno la Commissaria di ATS l’ha firmato? - ha chiesto retoricamente - Questa è la verità dei fatti, il resto sono solo sproloqui irricevibili!».