ALTRO CHE ISIS... DEDICATO AI NOSTRI SINDACI

ALTRO CHE ISIS... DEDICATO AI NOSTRI SINDACI
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Pretendiamo dagli Stati Uniti, dalla Russia e da altrettante super potenze mondiali il dialogo, poi siamo noi, i primi, a non essere in grado di concedere al prossimo la pace alla fine di un diverbio. Ai grandi Paesi domandiamo tregua nelle zone di guerra e non ci spieghiamo come non possa essere possibile tra due regnanti trovare soluzioni ai conflitti, mentre siamo sempre noi, i primi, a non trovare vie di uscita a diatribe, anche banali, con i vicini di casa o i colleghi di lavoro.
Ora, attraverso queste poche righe che spesso indirizziamo ai sindaci, domandiamo impegno e chiediamo fantasia e idee nuove. Impegniamoci tutti insieme a non delegare altre persone per trasformare il male in bene abbandonando questo atteggiamento molto latino. E per assumerci le nostre responsabilità basta copiare, ad esempio, i popoli del nord Europa, maestri del senso civico. Gente che scende in piazza anche solo per migliorare un'aiuola. Per non far abbattere un albero. Per ridisegnare le strisce pedonali davanti a una scuola o a una casa di riposo.
E questa sorta di appello è rivolto appunto ai nostri amministratori, quelli che abbiamo scelto attraverso le urne: «Illustri sindaci, non avete guerre e conflitti da risolvere con i paesi accanto, pare quindi semplice trovare con loro nuovi percorsi da affrontare fianco a fianco, dato che il patto di stabilità ha tagliato le gambe ai nostri Comuni, alle nostre associazioni, ai progetti, alle manifestazioni, alle feste, alle competizioni, alle kermesse, tutti falciati via come erba secca perché non c'è più denaro.
Da Roma non arriva più nulla per la nostra gente, come anche dalle regioni, e le province non esistono più. Ecco perché, cari sindaci, dovete consorziarvi ancor di più: fate cartello, coinvolgete il privato, stilate tutti insieme l’elenco delle priorità, utilizzate il modo di fare impresa di quei soggetti industriali in difficoltà che fondono corpo e anima e si inventano un nuovo business. In tanti resistono e poi si salvano.
Cari sindaci, fate lo stesso, dovete solo imitarli. Alzate il telefono, chiamate i Comuni confinanti. Insieme immaginate il futuro per battere a crisi. Pretendiamo lungimiranza e pochi punti all'ordine del giorno e quando il nostro consiglio vi sembrerà una risorsa, allora sedete allo stesso tavolo con altri sindaci e con qualche essenziali, se non vitale, realtà nevralgica da proteggere, salvare, rilanciare: ambiente, cultura, giovani. Ma fate presto!».

di Francesco Amodei


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