Alluce valgo, quali sono i sintomi e come si cura

Il dottor Carbone spiega le possibili terapie conservative o chirurgiche. E il paziente può tornare a camminare il giorno stesso dell’operazione

Alluce valgo, quali sono i sintomi e come si cura
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Alluce valgo, una patologia molto dolorosa a carico dei piedi. E che purtroppo colpisce particolarmente le donne. Il dottor Guido Carbone (contattabile al 393.3278751 o al 335.6635217), medico chirurgo ortopedico, al lavoro presso la clinica S. Anna di Brescia, da alcuni anni segue con particolare attenzione le problematiche del piede e soprattutto quelle dell’avanpiede. «Ho maturato particolare esperienza in questo settore - ha affermato - perfezionandomi soprattutto in tecniche chirurgiche mini-invasive».

Dottor Carbone in cosa consiste esattamente l’ alluce valgo?

«In una deviazione all’esterno del primo dito del piede, cioè l’ alluce, associata a una tumefazione spesso dolorosa in corrispondenza della testa del primo osso metatarsale chiamata volgarmente cipolla. Quest’ultima altro non è che una forma di borsite, cioè di infiammazione da sfregamento con la calzatura».

Quali sono le cause della patologia?

«Sono molteplici e di tipo anatomo-funzionale. Nelle donne è molto più frequente in relazione anche alla calzatura che influenza la posizione dell’ alluce. Esiste inoltre un’evidente predisposizione ereditaria nell’insorgenza della malattia».

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Parliamo dei sintomi, in cosa consistono?

«A seconda della gravità della forma, si passa da un quadro clinico senza sintomi significativi fino al persistere della tumefazione con dolore da infiammazione della già citata “cipolla” metatarsale. Peraltro s’incontrano difficoltà nell’indossare calzature che, nel tempo, spesso vengono deformate».

Qual è la terapia per l’ alluce valgo?

«Occorre distinguere i trattamenti non chirurgici da quelli chirurgici. La gamma è molto ampia». Parliamo dei trattamenti non chirurgici. «Sono i trattamenti conservativi che prevedono utilizzo di tutori di vari materiali utili per separare il primo dito dalle altre dita del piede. Si devono associare calzature comode, ginnastica posturale e plantari ortopedici. Quando però questi trattamenti non sono sufficienti a correggere la situazione allora diventa necessario ricorrere alla chirurgia».

E i trattamenti chirurgici?

«Esistono numerose e diverse tecniche chirurgiche che consentono di correggere la deviazione del primo dito del piede. Quelle definite tradizionali utilizzano delle incisioni chirurgiche tramite le quali si possono effettuare le correzioni ossee che poi vengono stabilizzate attraverso fili di metallo, viti, placche o cambre con risultati ottimi dal punto di vista funzionale».

In cosa consistono le metodiche mini-invasive?

«Sono metodiche che consentono, attraverso alcune mini incisioni, di effettuare buone correzioni delle deformità senza danneggiare i tessuti circostanti. Queste tecniche sono un valido aiuto per il chirurgo del piede che vuole soddisfare non solo le esigenze funzionali ma anche quelle estetiche del paziente. L’intervento chirurgico con metodica mini-invasiva riduce i tempi di recupero funzionale, attenua il dolore post-operatorio e permette di camminare il giorno stesso dell'intervento. Il recupero completo della funzionalità del piede svolgendo le proprie attività avviene in tempi più rapidi rispetto alle operazioni eseguite con tecniche tradizionali ».

Basta l’intervento chirurgico per guarire?

«No, l’atto chirurgico non è sufficiente a garantire un buon risultato. Perché tutto si risolva positivamente ho constatato personalmente che la collaborazione del paziente è molto importante. La fase riabilitativa che segue l'intervento e l'uso di corretti presidi ortopedici (calzature idonee) è fondamentale per conservare la correzione eseguita e per recuperare la funzione che consente, al termine del percorso terapeutico, di tornare a camminare liberamente».

 

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