A scuola di ambiente

All’Agraria Bonsignori gli insetti lavorano per salvare le stelle di Natale

La battaglia del Bonsignori contro la mosca bianca delle serre, un minuscolo insetto in grado di danneggiare le foglie della Stella di Natale

All’Agraria Bonsignori gli insetti lavorano per salvare le stelle di Natale

All’Istituto Bonsignori l’indirizzo di Agraria continua a puntare sulla biodiversità, insegnando agli studenti come proteggere le colture senza pesticidi.
Anche quest’anno, come da consuetudine, l’indirizzo di agraria si impegna in prima linea per la sostenibilità ambientale, con l’obiettivo di educare gli studenti al rispetto e alla tutela dell’ambiente, partendo proprio da un luogo chiave della scuola: la serra. In questo luogo controllato si combatte ogni anno una battaglia silenziosa ma decisiva: quella contro la mosca bianca delle serre (Trialeurodes vaporariorum), un minuscolo insetto in grado di danneggiare le foglie e le caratteristiche brattee rosse della Stella di Natale, pianta simbolo delle produzioni invernali della scuola.

 

A lezione di sostenibilità

A raccontare questa esperienza è il professor Luigi Petruzziello, responsabile dell’azienda agraria dell’istituto, che da oltre dieci anni conduce un’importante sperimentazione:

«Preferiamo utilizzare la lotta biologica piuttosto che metodi convenzionali, che prevedono l’uso di prodotti chimici dannosi per l’ambiente e per la salute di chi lavora in serra. In questo modo, gli studenti imparano sul campo come l’agricoltura possa essere davvero sostenibile e innovativa».

Come funziona la difesa biologica? A partire dalla seconda metà di settembre, e per quattro volte a cadenza quindicinale, vengono liberati in serra 3000 imenotteri parassitoidi (Eretmocerus eremicus), 300 coccinelle nere americane adulte (Delphastus catalinae) e 50.000 acari predatori (Amblyseius cucumeris). Le piccole vespe parassitoidi, originarie dell’America tropicale, depongono le uova vicino alla mosca bianca; le larve, una volta schiuse, penetrano nel corpo dell’insetto ospite, distruggendolo dall’interno. Le coccinelle nere, invece, sono coleotteri predatori instancabili: si nutrono direttamente delle mosche bianche, in ogni loro stadio evolutivo. Gli acari predatori, infine, sono specializzati nel contrastare le larve di Tripidi, altri insetti pericolosi perché portatori di virosi. Tutti questi «alleati naturali» provengono da una biofabbrica di Cesena, Bioplanet, che li fornisce gratuitamente, permettendo alla scuola di integrare la pratica sostenibile con la didattica.

Una tecnica che ha radici antiche

Il professor Petruzziello sottolinea come il controllo biologico non sia una tecnica moderna, ma abbia radici storiche profonde: «Il primo esempio documentato risale al 1888, quando in California fu introdotta la coccinella australiana Rodolia cardinalis per sconfiggere la cocciniglia cotonosa degli agrumi. In Italia, invece, si iniziò nel 1906, grazie all’entomologo Antonio Berlese, che importò un imenottero parassitoide per combattere un’infestazione di cocciniglie del gelso e del pesco».