Rovato

Alla scoperta dei tesori di Silvio Meisso

Il racconto di una vita dedicata all'arte, sia come restauratore che come pittore e collezionista.

Alla scoperta dei tesori di Silvio Meisso
Pubblicato:

di Stefania Vezzoli

Come restauratore ha riportato alla luce autentici tesori, sia in territorio bresciano che in Italia e al di fuori dei confini nazionali. Ma Silvio Meisso è anche un artista eclettico: pittore e incisore, ha insegnato per oltre mezzo secolo Decorazione alla scuola d’arti e mestieri Francesco Ricchino; collezionista (nella sua casa conserva circa 250 quadri) e grande appassionato di aeronautica, ha imparato da autodidatta a utilizzare il legno per costruire meravigliosi modellini di navi, curandone i particolari nel minimo dettaglio. Tra pochi giorni, precisamente il 3 novembre, Meisso compirà 80 anni: un traguardo che è l’occasione per fare un bilancio di una lunghissima carriera, animata da un autentico amore per l’arte che ancor oggi riempie le sue giornate.

Alla scoperta dei tesori restaurati da Meisso

Figlio d’arte (il padre, Pietro, era imbianchino, decoratore e pittore e proprio utilizzando di nascosto i suoi colori Silvio ha realizzato il suo primo quadro a 12 anni), Meisso ha frequentato la scuola Ricchino da ragazzo. Successivamente ha superato l’esame di ammissione all’Accademia Carrara, dove ha studiato per cinque anni. "Mio papà ha fatto tanti sacrifici per farmi studiare ma, una volta diplomato, non sapevo cosa fare", ha rivelato. A Rovato non sembravano infatti esserci opportunità per un artista ma la svolta è arrivata, come sovente accade nella vita, per caso: a quell’epoca stavano restaurando il Convento dell’Annunciata e, andando sul Monte, Silvio Meisso conobbe il professor Guido Fiume, noto restauratore milanese, che gli offrì un lavoro. Il primo intervento lo portò a Vercelli in una chiesa romanica. "Sono stato con lui per 12 anni, prima come dipendente e poi come socio – ha raccontato – Lui voleva lasciarmi lo studio a Milano, ma io ho preferito restare a Rovato". Tanti sono stati i restauri memorabili in una lunga carriera, fino alla pensione (oggi l’attività prosegue grazie al figlio Giuliano): tra questi una villa palladiana a Padova, con affreschi del Tiepolo e di Urbani, il castello del conte Branca, che nell’Ottocento ospitò la regina Vittoria d’Inghilterra, l’Armeria Reale di Torino, l’esperienza in Spagna e poi, a Rovato, il recupero dei quadri di Palma il Giovine nella parrocchia, la chiesa di San Michele, l’oratorio della Disciplina, le chiese di Santo Stefano e San Rocco; e ancora gli affreschi di San Bernardino a Chiari, il Monastero di San Pietro in Lamosa a Provaglio (dove trascorse ben sei anni), l’abbazia di Rodengo Saiano, l’abbazia di Sant’Egidio in Fontanella di Sotto il Monte e molti altri. Interventi di cui Silvio Meisso conserva fotografie e articoli di giornale, ma anche un bagaglio di ricordi e aneddoti.

Insegnante e pittore

Nel 1960 Silvio Meisso cominciò a insegnare alla scuola d’arti e mestieri Francesco Ricchino, dove fino a pochi anni fa ha guidato il corso di Decorazione e dove è stato anche presidente per vent’anni e direttore artistico. Insignito dell’onorificenza di cavaliere al merito della Repubblica, nel 2010 è stato premiato con il Leone d’oro, massima benemerenza civica. Anche dalla scuola Ricchino ha ricevuto un riconoscimento per la professionalità e la dedizione nell’insegnamento.
In passato l’artista ha realizzato tantissime incisioni. "Le facevo come biglietto d’auguri per amici e parenti – ha raccontato – Prima avevo un laboratorio più grande, poi ho dovuto trasferirlo qui a casa e quindi sono stato costretto a rinunciare al torchio". Pittore da sempre, durante il lockdown per la pandemia Meisso ha intensificato la sua produzione di quadri di piccole dimensioni, privilegiando soprattutto i paesaggi, in particolare gli scorci della riserva naturale delle Torbiere del Sebino. Innamorato di Rovato, come lo era il padre, ha inoltre dedicato molti dipinti e incisioni a scorci panoramici della sua città.

L’hobby di costruire navi

Appassionato di aeronautica e di modellismo, Silvio Meisso conserva modellini di treni e aerei, ma l’idea di costruire navi è nata per pura casualità. "Un mio amico aveva realizzato una caravella e gli era uscita male – ha rivelato – Non avevo mai lavorato il legno. L’ho aiutato un paio di volte, poi ho pensato di provare. Ho preso dei disegni e ho iniziato con Endeavour (la mitica nave di James Cook ndr). Utilizzo il legno e faccio tutto a mano, anche le scialuppe". Il suo capolavoro è l’Amerigo Vespucci, un’opera staordinariamente realistica anche grazie all’incontro (anche questo casuale) con il comandante della nave a Roma, che gli ha permesso di vedere i disegni originali. Padre di due figli, nonno di quattro nipoti, Silvio Meisso ha costruito, oltre alle caravelle e molte altre imbarcazioni celebri, un modellino di nave originale dedicato alla moglie Gina. In pochi, però, conoscono questa sua passione. "Qualche anno fa ho fatto una mostra a Bornato, ma non è semplice portarle in giro", ha ricordato. Affascinato dalla cinematografia, Meisso ha girato numerosi documentari in Super 8, che conserva insieme alle opere, alle foto, ai documenti e ai ricordi di una vita dedicata all’arte, in tutte le sue forme.

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