Ai confini dell’Occidente solo per amore

Ai confini dell’Occidente solo per amore

Il più grande poeta italiano, quel Dante che tutti chiamano «Sommo», diceva che è l’amore a muovere il Sole e le altre stelle e otto secoli dopo possiamo dire che avesse proprio ragione.

Quell’amore infatti che spingeva il poeta verso il divino alla ricerca della sua donna, ancora oggi muove coppie comuni che si mettono in marcia guidate solo ed esclusivamente dal proprio cuore. Renata Paloschi e Flavio Goglione sono una di queste coppie e per festeggiare il quarantesimo del proprio matrimonio si sono regalati un viaggio straordinario fino a Muxia, il paese ai confini dell’Occidente.

«Stiamo insieme da quarant’anni» racconta Flavio «e per il nostro anniversario, che è caduto il 3 di settembre, abbiamo voluto regalarci qualcosa che andasse al di là del “materiale” ma che sapesse unirci ancora di più in quella comunione di spiriti che ci accompagna ormai da tanto tempo. Il cammino di Santiago lo avevamo già affrontato anni fa, circa 14. Siamo molto devoti a San Giacomo la cui presenza ci ha aiutato in molte occasioni soprattutto con Mirko, il primogenito di nostro figlio Samuele, nato con una malformazione cardiaca che lo ha costretto a sottoporsi a pesanti interventi fin dalla più tenera età. La preghiera e la nostra devozione a San Giacomo ci hanno sempre dato la forza di resistere a questi periodi drammatici, a superarli, a gioire per la ritrovata salute del nostro nipotino. Questo cammino è stato un ringraziamento per le operazioni complesse di Mirko andate a buon fine ma, oltre a ciò, abbiamo voluto offrire i nostri passi in favore di tutti gli amici che si trovano in difficoltà, alla nostra famiglia, a Federico il secondo nipotino che ci riempie tanto il cuore di gioia e a noi stessi che, con il quarantesimo, raggiungiamo un traguardo di coppia non indifferente. E così abbiamo deciso che ci voleva un obiettivo ancora più stimolante: non solo ripercorrere il cammino fino a Santiago ma raggiungere Finisterre e Muxia, la città della Galizia sulla costa della Morte. Nei pressi di questo villaggio che dagli antichi era considerato la fine dell’Occidente, sorge il santuario della Vergine della Barca, davanti alla pietra oscillante dove i pellegrini cercano il proprio equilibrio. È stata un’esperienza assolutamente unica, interiore che segna una profonda rinascita del proprio essere.»

«Siamo partiti da Saint Jean Pied de Port» gli fa eco Renata «e abbiamo percorso il cammino di 897 km in 33 giorni con una media di 27 km al giorno tra paesaggi meravigliosi e cattedrali straordinarie. La cosa più incredibile è avere conosciuto nel primo ostello un gruppo di ragazzi italiani che ci hanno “adottato” e che ci hanno accompagnato lungo il cammino. A circa metà percorso una terribile infiammazione del ginocchio ha cominciato a non darmi tregua ma anche questa volta è stata provvidenziale la presenza di una massaggiatrice che, in un ostello gestito da un ragazzo di Brescia (incredibile casualità!), mi ha rimesso in forma. Durante gli ultimi 120 km quelli di Finisterre e Muxia i pensieri sono viaggiati più sciolti come se stessimo vivendo la fase più saggia del nostro viaggio e questo mi ha fatto meditare sulla nostra vita di coppia e sugli anni che ancora trascorreremo insieme. L’oceano con il suo profumo inebriante è apparso come l’ultimo straordinario regalo. Tutto il cammino è stato documentato via internet e whatsapp per fare in modo che Mirko si tenesse aggiornato e facesse il tifo per noi. Ci chiedeva spesso dove fossimo ed era curiosissimo del nostro percorso. Muxia con le sue coste selvagge e pericolose, ci è apparsa alla fine non come il punto di arrivo ma di partenza e ci ha resi consci che la forza del nostro legame e dell’amore che ci unisce è la radice prima della nostra famiglia e troverà sempre la forza per fare scudo contro ogni difficoltà e asperità la vita ci voglia ancora porre davanti.»