Quinzano d'Oglio

Addio Bruno Vicentini, anima libera

Ha viaggiato per tutta l'Europa in sella alla sua Vespa

Addio Bruno Vicentini, anima libera
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Si è spento Bruno Vittorio Vicentini di Quinzano d'Oglio, dopo 84 anni è arrivato il momento di partire per il suo ultimo viaggio.

Addio Bruno Vicentini

Non solo possedeva uno storico negozio di scarpe proprio nel centro di Quinzano, ma aveva anche un animo nomade e chissà quante suole ha consumato.
Una personalità conosciuta in tutto il paese ma anche in tutta Europa, quella di Vicentini che ha portato avanti l’attività di famiglia, «Calzature Baronio», ma che in sella a diversi mezzi ha viaggiato per tutta l’Europa.
Prima con un Motom 48, poi con la Vespa 50 e negli ultimi tempi con la bicicletta elettrica.
Un uomo dalla grande forza d’animo, con tanta passione per il suo lavoro, i viaggi, i libri e la cultura che Quinzano non si dimenticherà mai ma che anzi, prenderà come esempio.
Purtroppo, a causa di alcune complicazioni di salute, nei giorni scorsi è venuto a mancare.

Ha viaggiato per tutta l'Europa in Vespa

Qualcuno diceva che «la vita è un viaggio e chi viaggia vive due volte», sicuramente Vicentini, i suoi 84 anni li ha vissuti tutti appieno ed è riuscito a tramandare le sue passioni e i suoi insegnamenti anche ai figli.
«Mio padre ha proseguito con la tradizione del negozio di scarpe di famiglia ma nel 1954 ha iniziato a girare per tutta l’Europa - ha spiegato il figlio Elia, commosso - Prima su un Motor 48 e poi su una Vespa 50. Andava letteralmente ovunque e macinava tantissimi chilometri: è stato dappertutto in Europa, era anche un appassionato di storia. Andava apposta nei luoghi dove c’erano state le guerre e le battaglie e si faceva raccontare dalle persone cosa avevano visto e vissuto».
Il negozio Baronio ha aperto i battenti a Quinzano dal 1864, prima ancora vendevano le scarpe ai mercati, e ha abbassato la serranda definitivamente nel 1993, quando Bruno ha deciso di andare in pensione.
Un’attività quella del rivenditore che nei piccoli centri ha poche possibilità di sopravvivenza e che i figli hanno preferito non continuare.
Tuttavia a Bruno, ha permesso di viaggiare.
Quando era giovane e vigoroso salutava i genitori e a bordo del suo Motor partiva con una piccola valigia contenente lenzuola per gli ostelli della gioventù dove si fermava, qualche vestito e l’essenziale per poter cucinare all’aria aperta.
E via verso l’avventura.
Non si contano i posti dove è stato e le persone che ha conosciuto. Ha raccontato molto ai suoi figli e agli amici, certo, ma non tutto.
«Mi ha portato in qualche suo viaggio, ricordo che siamo stati in Polonia - ha raccontato - Ha attraversato su due ruote tutta l’Europa: Jugoslavia, le due Germanie, Francia, Spagna, Grecia, Turchia, Russia. Se succedeva qualche avvenimento particolare quando poteva prendeva la Vespa e partiva per andare a vedere, così ha imparato anche il francese e il tedesco. Una volta mi ha raccontato che si è trovato nel bel mezzo di una rivolta in Russia e avevano sospeso l’erogazione del carburante e lui si era rivolto direttamente all’esercito per averne un po’ per poter ripartire: gli avevano dato quello che usavano per i carro armati. Un’altra volta ancora mi ha raccontato di essere andato a Lourdes ma poi non aveva trovato posto in nessun ostello così aveva dormito in spiaggia dopo un viaggio di 2mila chilometri filati con la Vespa. Parlava con tutti: voleva sapere tutto dalle persone che avevano vissuto momenti storici particolari. Una volta, addirittura, a Praga avevano bruciato vivo un ragazzo in piazza nel 1969 e lui era partito immediatamente la settimana dopo».
Un uomo dallo spiccato senso critico e dalla curiosità travolgente, che sicuramente nella vita non si è mai annoiato.

E' partito per l'ultimo viaggio

«A volte andava con la Vespa ai mercati per acquistare le scarpe da vendere, era davvero instancabile, sul suo mezzo a due ruote riusciva a caricare più pacchi - ha proseguito il figlio - Usava pochissimo l’auto anche se diceva che per lui, mille chilometri non erano niente. Potrei riempire i libri con le sue storie e i suoi racconti, chissà quante altre cose non sappiamo e non ha avuto modo di raccontarci. Anni fa però ha dovuto abbandonare la Vespa, il fisico non era più lo stesso e non ci vedeva molto bene, però era sempre in sella alla sua bicicletta elettrica. Tante volte faceva dei giri lunghissimi tanto che si scaricava la batteria e rimaneva a piedi».
Purtroppo a causa dell’età e le complicazioni di salute che si sono susseguite si è spento.

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