Addio a Vigilio Belletti un monteclarense vero

Addio a Vigilio Belletti un monteclarense vero
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Se ne è andato venerdì scorso, serenamente, dopo una breve malattia da quell’uomo dolce che era, con il volto sempre sorridente e la capacità di comprendere profondamente chi gli stava vicino, Vigilio Belletti, straordinario interprete della Montichiari fatta di impegni civili e politici.

E Montichiari senza di lui è oggi è decisamente più orfana di personalità di spessore, di quei concittadini che si davano totalmente al loro paese in prima persona con garbo e grande capacità di moderazione. Nato il 1° settembre del 1927 a Nuvolento, si era trasferito piccolissimo a Montichiari, respirata da subito come propria terra di origine. Radio riparatore e proprietario negli anni Sessanta di un negozio di elettrodomestici in quelle «Quattro Vie» che tanto amava, era stato impiegato nel nosocomio locale come economo per lunghi anni. Attivissimo sui tanti fronti dell’impegno cittadino, si era dedicato a diverse attività sia politiche sia civiche.

Politicamente parlando si distinse per tredici anni come segretario della Democrazia Cristiana di Montichiari e per due mandati, dal 1985 al 1995, come consigliere provinciale DC ma molto altro fece per la sua città come volontario geniale e generoso. Fu presidente della Scuola Bottega dove s’impegnò, avvalendosi di privati cittadini che fornivano il proprio supporto in forma volontaria, a formare i giovani che volevano imparare un mestiere, fu il fondatore di Tele Montichiari la prima radio libera monteclarense e del Gruppo Scout Montichiari.

Per tutti i suoi meriti civici, nel 2002, gli era stata assegnata dal Cardinal Sodano l’onorificenza pontificia del Cavalierato di San Silvestro. «Mio padre» racconta il figlio Vincenzo «era un uomo attivissimo. Ricordo che da bambini alle 21 di sera doveva sempre uscire per una riunione e rammento gli anni di Tele Montichiari come quelli più belli della mia vita. Si era laureato ormai in età matura, dopo la pensione. Aveva conseguito la laurea in architettura al Politecnico di Milano nel 1987 svolgendo una tesi sulla riqualificazione delle stradine storiche che dal Borgo portano in Pieve, l’ultimo suo grande sogno che resta irrealizzato.

La festa di San Rocco era l’evento cittadino che aveva fortemente voluto e che ci teneva ad organizzare al meglio ogni anno perché per lui non era solo un momento di devozione religiosa ma l’occasione di unire i suoi concittadini in una convivialità unica». Durante i funerali, tenutisi sabato 26 in duomo, Monsignor Gaetano Fontana ha tenuto a ricordare anche l’uomo di fede che fino alla fine ha saputo affidarsi al Signore e che la sua esperienza di cattolico praticante, vissuta fino alla fine con grande convinzione, aveva saputo portarla profondamente tra i giovani. Quei giovani scout che hanno voluto omaggiarlo deponendo sul suo feretro la camicia, il foulard e il distintivo di un’associazione che Vigilio Belletti aveva tanto amato e nella quale aveva profuso quell’ entusiasmo che resterà per sempre vivo nel ricordo della sua comunità.


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