Addio a Luigino Baselli, oste d'altri tempi
Una vita dedicata alla famiglia e al lavoro
Luigino Baselli classe 1943, a Quinzano non ha bisogno di presentazioni, tanto che la notizia della sua scomparsa ha scosso l'intera comunità.
Luigino Baselli
Luigino lo conoscevano tutti: era un oste, con tutto il bello di questo mestiere che sa di tradizione, di calore, di amore per la cucina ma ancora di più desiderio di servire e accontentare i clienti per farli trascorrere qualche ora in serenità, lontani dagli affanni quotidiani. Clienti che, naturalmente, diventavano amici. Baselli proveniva da una famiglia numerosa, di antico stampo dove la mamma Marianna era una «rezdora» di altri tempi, sempre con il grembiule con grandi tasche dalle quali usciva di tutto, lei avrebbe voluto i figli impegnati nell’agricoltura, ma a quei tempi la meccanizzazione dei mezzi agricoli fa propendere i ragazzi per altre direzioni, così Luigino, da sempre detto il «Griss», per il colore chiaro dei capelli, apre con la moglie Piera un’osteria in via Roma, chiamata anticamente Concordia, e qui inizia un’avventura fortunatissima.
L'avventura dell'osteria Il Griss
Da sempre affabile, capace oratore, gioviale e ospitale ha da subito instaurato con i suoi avventori un rapporto fatto di stima e affetto. Lavoratore instancabile, dalle 4.30 del mattino fino a sera Baselli non si fermava, assieme alla moglie, detta «la grigia».
Alle prime ore del mattino serviva caffè e calicini ai muratori, operai e agricoltori e cappuccini ai ragazzi che tornavano dalla discoteca. Era sempre di buon umore, posato e spiritoso, non faceva mai mancare il suo spirito anche a notte fonda, conscio che il suo ruolo era più che servire un pasto: era rendere l’osteria un posto accogliente, dove ci si sente a casa, e in questo Baselli era davvero un maestro. Dato il suo mestiere e la sua affabilità era sempre informato su tutto: date, nomi, fossi, campi e persone del paese, divenendo ben presto figura di riferimento di Quinzano. La sua osteria era la sua passione, le cenette di compagnie fisse, che ospitava senza distinzione di ceto sociale, qui la tavola era aperta per tutti, tranne il giorno di chiusura del venerdì, in questo modo sta aperto quando gli altri bar chiudevano, così i clienti non mancavano mai. Il Griss era un oste eccellente, ha sempre anteposto dovere e sacrifici a tutto il resto, ma non disdegnava mai una partitina a carte nel suo bar, anche la moglie Piera dopo le cenette intratteneva con canzoni d’altri tempi. "Mio padre è sempre stato un grande esempio per me - ha raccontato la figlia Daniela - E’ stato anche un precursore della pubblicità, infatti nei depliant delle gare ciclistiche del paese di una volta aveva stampato un detto: “Dal Griss dove giovani e non giovani si trovano bene".
Le esequie
Martedì pomeriggio il Griss è stato salutato per l’ultima volta dalla "sua" Quinzano, moltissime le testimonianze d’affetto sia durante le visite alla camera ardente che durante le esequie, nessuno è voluto mancare testimoniando non solo quanto Baselli fosse conosciuto ma fosse amato dalla sua comunità. Un fiume di persone, ognuno con il suo aneddoto, storie divertenti, di generosità, di affetto, storie antiche e storie recenti, il Griss era entrato nel cuore di tutti.