Addio a Kinghi, con lui se ne va un pezzo di storia del paese

Tutto il paese ha voluto dare l'ultimo saluto ad Alfredo Regosa

Addio a Kinghi, con lui se ne va un pezzo di storia del paese
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Alfredo Regosa era conosciuto da tutti in paese, sebbene la sua fosse un'indole solitaria, era entrato nei cuori dei quinzanesi.

Alfredo "Kinghi" Regosa

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Alfredo Regosa è mancato a 73 anni, da sempre a Quinzano, la famiglia, padre, madre e sorella, si erano trasferiti qui da Verolanuova per aprire una piccola forneria in via Gandini dove era impiegata l’intera famiglia. L’attività ha poi chiuso e sfortunatamente Alfredo è rimasto orfano, qui inizia la sua solitudine e un periodo in cui non ha saputo quale direzione prendere fino a quando la casa di riposo lo ha "adottato". Per 37 anni infatti è stato ospite qui, dove ha trovato un luogo accogliente, una seconda famiglia che gli ha dato amore e stimoli. Infatti Alfredo aveva un hobby, una passione: amava disegnare. Spesso lo si poteva vedere ai tavoli assorto e concentrato sui suoi disegni, intento a immaginare mondi e a lasciarsi trasportare dalla fantasia. Tanto che l’equipe della casa di riposo aveva organizzato, anni addietro, un piccola mostra che raccoglieva ed esponeva le sue opere: inutile sottolineare con quanto orgoglio Alfredo aveva mostrato i suoi disegni. Regosa era solito trascorrere la giornata fuori dall’rsa, faceva piccoli lavoretti, piccole incombenze come portare al mattino i quotidiani nei vari bar, dove naturalmente tutti lo conoscevano, volentieri scambiavano due parole, una battuta e c’era chi gli offriva un «calicino» che lui accettava volentieri tra una chiacchera e l’altra. Regosa non era sposato, ha trascorso la sua vita in solitudine, accudito con gioia e affabilità dall’equipe della casa di riposo che per lui è stata una risorsa davvero preziosa. Venerdì pomeriggio, ai suoi funerali celebrati nella piccola cappella della struttura, non è voluto mancare nessuno, presente anche il parroco don Lorenzo Boldrini e tutto il personale che lo conosceva bene. Commovente il saluto finale quando alla fine della messa lo hanno ricordato cantando Io vagabondo dei Nomadi, la sua canzone preferita che lo rappresentava più di ogni altra.

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