Urago

Accusati di calunnia dall'ex sindaco: innocenti quattro ex consiglieri comunali

Il gip ha archiviato il caso che era stato sollevato dall'ex primo cittadino Antonella Podavitte.

Accusati di calunnia dall'ex sindaco: innocenti quattro ex consiglieri comunali
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di Simone Bracchi

Il caso riguardante quattro ex consiglieri comunali di Urago è stato archiviato.

Accusati di calunnia dall'ex sindaco: innocenti quattro ex consiglieri comunali

"Abbiamo svolto correttamente il nostro lavoro in qualità di consiglieri comunali, segnalando nelle sedi opportune quello che non ci sembrava corretto e per questo siamo stati prima attaccati pubblicamente in tutto il paese con dei manifesti e poi addirittura querelati. Un atto ingiurioso, ma con questa sentenza è stata fatta giustizia".
Queste le parole dell’ex consigliere comunale Michela Businaro e del marito Giuseppe Pagani, che è sempre stato accanto alla moglie, in merito al verdetto di archiviazione emesso dal gip del Tribunale di Brescia. Nei giorni scorsi il giudice per le indagini preliminari Andrea Gaboardi, su richiesta dello stesso pubblico ministero, ha archiviato il caso concernente la Businaro e gli ex colleghi di opposizione Danilo Foglia, Guido Madona e Antonino Rotondo, accusati di calunnia dall’ex primo cittadino di Urago Antonella Podavitte, che attraverso il suo legale Aronne Bona si era opposta alla richiesta avanzata dalla Pubblica accusa.

La vicenda

Tutto è iniziato con l’esposto presentato dai quattro ex consiglieri di opposizione contro l’ex sindaco Podavitte durante il suo primo mandato (2009-2014) in materia di gestione rifiuti. I militari della Guardia di Finanza di Chiari avevano iniziato a lavorare su questo caso a giugno 2016. Le indagini erano state svolte dai militari del Nucleo Mobile, comandato dal luogotenente Antonio Romano, che nel 2019 ha patteggiato una pesante pena per corruzione a seguito di un’inchiesta che vede coinvolti imprenditori, commercialisti, vigili e altri finanzieri.
Sul banco era finita appunto la gestione rifiuti e un presunto danno economico di circa 400mila euro. Proprio per questo motivo la faccenda era finita al vaglio anche della Corte dei Conti di Milano, chiamata a verificare se ci fosse stato un danno erariale per il Comune di Urago. Gli accertamenti avevano riguardato una serie di ordinanze contingibili ed urgenti emanate in merito alla gestione dei rifiuti. Gli atti adottati dal sindaco che erano stati incriminati erano sei e coprivano un arco temporale di più di tre anni, dal gennaio del 2011 ai primi mesi del 2014. Per gli inquirenti erano state messe in atto una serie di condotte arbitrarie che sarebbero state poste in essere a beneficio dell’allora società di servizi Cogeme gestioni srl di Rovato. Il sindaco era stata rinviata a giudizio a novembre del 2017 e il caso era finito al Collegio presieduto dal giudice Maria Chiara Minazzato. Ma nel maggio del 2019 (Romano era stato arrestato da pochi giorni), dopo un cambio di Collegio, l’ex sindaco Podavitte era stata assolta dal presidente della Prima sezione penale Roberto Spanò, che aveva accolto la richiesta del pm, emettendo sentenza di assoluzione ex articolo 129 codice di procedura penale (Obbligo della immediata declaratoria di determinate cause di non punibilità) nei confronti della Podavitte.

La sentenza

Il gip ha ritenuto inammissibile l’opposizione alla richiesta di archiviazione in primo luogo per una questione di procedura, in quanto l’avvocato della Podavitte non ha aggiunto nuovi elementi di prova. Ma non solo, entrando nel merito, al di là del fatto che l’esposto fosse stato presentato da quattro consiglieri comunali, è stato evidenziato che nella sentenza di primo grado, nonostante la piena assoluzione della Podavitte, era stato rimarcato che le procedure in materia di rifiuti oggetto di indagine non fossero del tutto corrette e per questo, a maggior ragione, non può sussistere la calunnia. Infatti, il reato si configura quando qualcuno incolpa un’altra persona nella consapevolezza della sua innocenza o simuli nei suoi confronti le tracce di un reato. Infine, è doveroso sottolineare che prima di arrivare alla sentenza di assoluzione, il gup aveva mandato a processo la Podavitte, accogliendo la richiesta del pm.

Le dichiarazioni

L’ex sindaco Antonino Rotondo ha preferito mantenere un profilo basso: "Sono contento per la conclusione di questa vicenda, sulla quale mi auguro venga messa finalmente una pietra tombale". Madona, anche lui ex primo cittadino di Urago, si è detto felice della sentenza, «in quanto dimostra che ci siamo sempre comportati correttamente, nel rispetto del ruolo di consiglieri comunali, presentando un esposto correlato da documenti pubblici. Sono contento che sia tutto finito". I quattro consiglieri comunali, difesi dagli avvocati Maurizio Libretti, vicesindaco di Chiari, e Gianluigi Bezzi, sono stati avversari della Podavitte prima in Consiglio comunale e poi in Tribunale e questa ultima battaglia è terminata con una vittoria, in quanto le accuse mosse nei loro confronti sono cadute.
L’ex primo cittadino Podavitte non ha voluto rilasciare dichiarazioni.

 

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