la vicenda

A Roma la cabina di regia sulla collocazione del nuovo depuratore

La possibilità che debbano finire nel Chiese è decisamente elevata per cui sono state immediate le reazioni allarmate

A Roma la cabina di regia sulla collocazione del nuovo depuratore
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Le condotte sub lacuali del Garda dovranno essere dismesse entro il 2030 quindi entro quell’anno i reflui del Garda, bresciano e veronese, dovranno essere depurati in impianti perfettamente efficienti. Il Ministero dell’Ambiente detta i tempi di realizzazione di opere che soprattutto nel bresciano fanno discutere da anni. Ieri a Roma si tenuta una cabina di regia a cui hanno partecipato il vice ministro all’Ambiente Vannia Gava (Lega Salvini Premier), la senatrice Mariastella Gelmini (Noi Moderati e presidente della Comunità del Garda), il prefetto di Brescia Antonio Polichetti in qualità di Commissario straordinario e di Giovanni del Cero presidente di Ats Garda Ambiente. Erano presenti anche rappresentanti regionali di Lombardia e Veneto.

Bocciata la soluzione Gavardo

Dopo la riunione, il Ministero all’Ambiente ha rilasciato una nota in cui boccia la soluzione Gavardo-Montichiari, improponibile stando le nuove norme europee di auto alimentazione energetica degli impianti di depurazione, e rilancia così l’ipotesi di Lonato. Ci sono 100 milioni di euro già stanziati per la realizzazione dell’opera, soldi che di sicuro non basteranno ma come ha fatto capire il Ministero non possono andare sprecati e da Roma si ricorda che il Garda è «un bene nazionale». E poi, secondo il Ministero, Lonato rappresenterebbe un modo per risparmiare soldi e tempi di realizzazione. Bene, e lo scarico dei reflui? La possibilità che debbano finire nel Chiese è decisamente elevata per cui sono state immediate le reazioni allarmate da parte dei sindaci del Chiese e delle associazioni ambientaliste che da anni si battono per la salvaguardia del fiume.
Più pragmatica la reazione del sindaco di Lonato Roberto Tardani che ha invitato i suoi cittadini a non reagire ideologicamente alla possibilità che nel loro territorio possa sorgere il depuratore mentre ha fatto capire chiaramente che in caso di realizzazione dell’impianto in territorio lonatese le compensazioni, di vario genere, dovranno essere sostanziose.

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