la vicenda

A Coccaglio nemmeno i morti possono riposare in pace

Quando è andato a trovare i parenti al cimitero del paese, Angelo Mazzocchi si è trovato davanti a un loculo vuoto: i suoi nonni erano stati estumulato dal Comune senza che la famiglia ne fosse a conoscenza

A Coccaglio nemmeno i morti possono riposare in pace
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Immaginate di andare al cimitero per salutare i vostri cari e scoprire che non ci sono più. Immaginate la confusione di Angelo Mazzocchi e di sua moglie che, giunti di fronte alla lapide dove riposavano i resti dei nonni, hanno trovato un loculo vuoto, anonimo. Un senso di smarrimento che in breve tempo si è trasformato in rabbia e sconcerto quando hanno capito che i parenti erano stati estumulati e ricollocati nell’ossario comune del camposanto senza che i famigliari fossero informati.

La vicenda

Una storia che ha dell’assurdo, avvenuta a Coccaglio in autunno, poco prima del Ponte dei morti: il 24 ottobre, infatti, il cimitero era stato chiuso al pubblico per consentire le operazioni di rimozione e ricollocamento dei resti. Procedure che, come da prassi, erano state precedute dai dovuti avvisi contenenti la lista dei defunti interessati dall’intervento, tra cui pare figurassero anche i nonni del coccagliese, Francesco Mazzocchi e Caterina Mussio. Un elenco che nessuno della famiglia si era curato di controllare e a buon ragione, dal momento che nel 2015 (con atto formale e a fronte di un regolare pagamento) la concessione della celletta ossaria era stata rinnovata fino al 2030.

«Quando mia moglie è andata al cimitero e si è trovata davanti la tomba vuota, abbiamo subito chiesto spiegazioni al Comune», ha raccontato Mazzocchi che nelle settimane successive è passato alle vie legali per fare chiarezza sull’episodio. Dallo scambio di mail tra l’avvocato e la responsabile degli Affari Generali, nei mesi successivi è emersa una serie di incongruenze riconducibili a una gestione approssimativa della documentazione relativa al rinnovo della concessione, che non era mai stata inserita nel software dell’Ente (e quindi risultava scaduta da anni) e che peraltro l’ultimo regolamento di Polizia Mortuaria (datato 2022) non prevede per i loculi ossari.

A questo si aggiunge la gestione confusionaria della comunicazione. «Ci hanno detto che già da luglio, sui loculi dei defunti che sarebbero stati estumulati, era stato apposto un bollino giallo: ma nè io, nè mia moglie e così nessuno dei parenti l’ha mai visto», ha continuato il coccagliese, spiegando che perlomeno si sarebbe aspettato di essere contattato telefonicamente. Invece nulla, e in barba a un regolamento che dispone di rinviare l’estumulazione in assenza di parenti, i resti dei due coccagliesi sono stati rimossi e ricollocati nell’ossario comune lasciando alla famiglia Mazzocchi l’amara sorpresa.

Le scuse

Di fronte al fatto compiuto e all’impossibilità di ripristinare lo stato delle cose, gli uffici comunali si sono subito resi disponibili per risarcire il coccagliese di una parte dei soldi pagati per i restanti anni della concessione (70 euro, ndr): impossibile invece calcolare il danno morale e forse anche porvi rimedio. Decisamente opportune sarebbero quantomeno delle scuse, non solo da parte degli uffici, ma anche dall’Amministrazione e in particolare, sottolinea, dal sindaco Alberto Facchetti. Se alle prime ci ha pensato la responsabile dell’area generale, che durante un recente incontro con il coccagliese e il suo avvocato ha provato «a fare ammenda» per i disguidi, le seconde non sono arrivate: all’appuntamento, il sindaco, non si è presentato.

Contattato, Facchetti si è detto «completamente all’oscuro dell'incontro organizzato con il signor Angelo Mazzocchi per l'analisi delle sue istanze», anche perché i servizi cimiteriali sono in capo al consigliere Fabrizio Rocco, che però non sarebbe mai stato messo al corrente della questione. «Ho sempre ritenuto importante, nel corso del mio mandato, il rispetto dei defunti e dei luoghi ove si raccolgono gli affetti e la storia trascorsa del nostro paese e non ho mutato oggi questo convincimento - ha continuato - Dispiaciutissimo per l'accaduto ne approfitto per porgere ora le mie più sentite scuse e quelle dell'Amministrazione per quanto mi è stato riferito, che è frutto di una serie di errori dell'ufficio preposto».

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