100 candeline per il salodiano Angelo Pelizzari
100 anni, un traguardo davvero importante raggiunto dal salodiano Angelo Pelizzari che ha festeggiato con lo spiedo al rifugio del monte Spino.
100 candeline sono state spente oggi (lunedì) dal salodiano Angelo Pelizzari, l'unico dei quattro pluricentenari di Salò ad essere di sesso maschile e nato nella cittadina.
Oggi, giorno del suo compleanno, ha festeggiato con famiglia, amici e conoscenti in un bar salodiano, festeggiamenti che hanno preso il via la scorsa settimana quando il signor Angelo è stato portato al rifugio del monte Spino (struttura che ha contribuito a realizzare in qualità di socio fondatore del Cai di Salò) a bordo di un fuoristrada della locale sezione Cai per uno spiedo in occasione di questo traguardo così importante. Attualmente è socio onorario della Società di Mutuo Soccorso Artigiana e Operaia di Salò.
100 anni da raccontare
Condivideva la data di nascita (11 novembre) e la bassa statura con il re Vittorio Emanuele III, a ragione della quale fu abbassato il parametro della leva militare, che gli valse 5 anni di guerra (campagne di Albania e di Sicilia).
Di pronta intelligenza, si creò una buona cultura autodidatta, costruita grazie alla lettura di libri (mediamente uno alla settimana) giornali e riviste e alla partecipazione alla vita associata della Giovane Salò, come provano i suoi diari giornalieri tenuti dall’età di 13 anni e dai quali sono tratte le presenti informazioni di esperienze che segnarono la sua vita.
La frequenza serale alla «Scuola d’Arte», diretta da Carlo Banali, ne fece emergere il talento artistico, che non sfuggì al valente pittore Anton Maria Mucchi che lo prese a benvolere e che due sere alla settimana gli impartiva lezioni gratuite.
Le riviste del Touring Club Italiano e del Club Alpino Italiano alimentarono la sua passione per i viaggi e per la montagna.
Tornato dalla guerra (campagne d’Albania e di Sicilia) subentra nella gestione del negozietto di frutta e dolciumi aperto dalla madre a ridosso dell’orologio della Fossa, che ha visto passare tre generazioni di salodiani a fare provvista delle povere leccornie del tempo e dei frutti tanto cari alle semivuote tasche: castagne secche, giuggiole, carrube, corbezzoli, farina di castagne; ma soprattutto le caldarroste, preparate con sapiente tecnica e, a detta generale mai smentita, rimaste insuperate per fragranza e bontà.
Perennemente in movimento, ancora all’età di 92 anni è salito con le proprie gambe all’Altissimo della catena del Monte Baldo. Curioso viaggiatore, prima che l’avanzata età ne condizionasse il dinamismo, visitò 64 Paesi del mondo.
Dal matrimonio con Caterina sono nati Giovanni, Narciso e Cecilia, che lo hanno circondato di nipoti e pronipoti. Da alcuni anni ha perduto la vista e le energie fisiche vanno scemando, ma la mente è sempre vigile e attenta. Durante il secolo di vita, ha visitato una sola volta la corsia di un ospedale, in conseguenza di un piccolo incidente durante una escursione in montagna.