Una croce di 18 metri sul Monte Baldo, la Procura apre un'inchiesta
L'inserimento di una croce paragonabile a un edificio di 6 piani, in un contesto che punta a diventare patrimonio Unesco, contrasta in modo stridente con il concetto di montagna e di rispetto per la natura.
Una croce di 18 metri sul Monte Baldo, la Procura apre un'inchiesta.
Sta facendo discutere la decisione del Comune di Malcesine sull’autorizzazione di installare una croce di 18 metri dedicata a Papa Wojtyla sulla cima del Monte Baldo.
Una croce di 18 metri sul Monte Baldo
Il Monte Baldo è sicuramente uno dei punti panoramici più suggestivi che si affaccia sul Lago di Garda e, l’amministrazione comunale di Malcesine, ha autorizzato una società privata ad installare una croce di 18 metri dedicata a Papa Wojtyla sulla cima del Monte Baldo.
Decisione che ha fatto indignare diversi ambientalisti che puntualizzano come per l’installazione saranno necessari dei lavori in calcestruzzo armato per la messa in posa, che consistono in un basamento di svariati metri cubi, piastre di acciaio, 8 barre di 9 metri e 4 barre da due metri. Un progetto quindi che stravolgerà l’assetto naturale della zona limitrofa.
La petizione online
Martina Gasparini e Aurora Floridia, consiglieri comunali per il gruppo “Vivere Malcesine” assieme a Stefano Testa e Claudio Bertuzzi, consiglieri comunali per il gruppo “Malcesine 2.0” hanno dato il via a una petizione online sulla piattaforma Change.org con lo scopo di raccogliere 35mila firme per opporsi all’installazione della croce. A oggi, martedì 8 giugno 2021, sono già state raccolte 28.730 firme e, i consiglieri comunali spiegano:
“Di fatto si intende recintare la zona, ad oggi usufruibile liberamente, inserendo delle sedute in pietra. Si vuole infine realizzare il collegamento tra il Santuario della Madonna della Corona/Spiazzi e Tratto Spino/Monte Baldo (15 km di distanza) a scopo dichiaratamente di turismo religioso! Ci fa paura immaginare cosa significhi permettere questo collegamento: strade asfaltate che ad oggi sono sterrate e assolutamente vietate al transito turistico, parcheggi costruiti in zone montane dalla natura incontaminata, costruzione di infrastrutture, quali bagni pubblici, ove ad oggi non ci sono neanche le fogne e tantomeno l’acqua, inquinamento ambientale e acustico, rifiuti da smaltire… E tutto questo in una delle zone più preziose del Monte Baldo. Tutto questo per creare da zero un turismo religioso nel nostro territorio, mai esistito prima e mai richiesto dalla comunità malcesinese”.
Hanno poi puntualizzato:
“Non vogliamo entrare nel merito della valenza religiosa della Croce e della indimenticabile figura di Papa Giovanni Paolo II a cui è stata dedicata la stessa, che anzi dispiace vedere palesemente strumentalizzata, visto che la medesima croce è stata promessa in passato anche a Cortina d’Ampezzo, con le stesse identiche argomentazioni”.
Preservare l’area
I consiglieri poi ribadiscono:
“Siamo quindi fermamente convinte e convinti che questa decisione vada assolutamente riveduta. Riteniamo dannoso voler incrementare ulteriormente l'afflusso turistico specificatamente in questa zona. L'inserimento di una croce alta 18 metri (paragonabile a un edificio di 6 piani), in un contesto che punta a diventare patrimonio Unesco, contrasta in modo stridente con il concetto di montagna e di rispetto per la natura. E tutto questo a favore di una società privata che gestirà e sfrutterà per 33 anni i diritti d'autore connessi all’opera d'arte”.
Inchiesta della Procura
Verso la metà del mese di maggio, i Carabinieri su mandato della Procura di Verona si sono recati in municipio e hanno prelevato dei documenti inerenti proprio al posizionamento della croce e della delibera che ha affidato i lavori alla società privata PGP2 srl. E’ stato aperto un fascicolo con l’ipotesi di reato di abuso d’ufficio proprio in merito alla delibera che predispone di destinare 100mila euro di denaro pubblico alla società privata, il tutto in assenza di giustificazione.