Un progetto per l’integrazione giovanile
Grazie alla generosa donazione di Frabes e Denkavit alla parrocchia di via Battisti
Una rete virtuosa che coinvolge l’Amministrazione comunale di Rovato, la parrocchia e un’azienda leader del territorio nella realizzazione di un progetto dedicato ai bambini e ai ragazzi, promuovendo l’integrazione tra culture diverse.
Un progetto per l’integrazione giovanile
Giovedì, 16 febbraio 2023, Erik Fernhout, il presidente della storica azienda Rovatese Frabes spa e amministratore di Denkavit Italiana, insieme a Isidoro Bonometti, amministratore delegato di Frabes, hanno consegnato alla parrocchia di San Giovanni Bosco, sul viale della stazione, una donazione a sostegno dell’iniziativa «Giovani Avenue: vivi al massimo e realizza un sogno», promossa dall’Amministrazione con l’obiettivo di superare le situazioni di conflittualità presenti nel quartiere più multietnico della cittadina, mettendo a disposizione dei bambini e ragazzi che utilizzano gli impianti sportivi dell’oratorio un percorso educativo.
All’evento erano presenti il sindaco Tiziano Belotti, gli assessori Elena Belleri, Valentina Bergo e Pieritalo Bosio, il prevosto monsignor Mario Metelli e il diacono Domenico Causetti, punto di riferimento per la comunità del viale.
Generalmente Denkavit sceglie a fine anno un ente a cui donare: anziché fare regali inutili ai clienti, preferiamo devolvere una somma a realtà operanti nel sociale - ha spiegato Bonometti - Prima eravamo a Montichiari e cercavamo di sostenere gli enti di quel territorio, da tre anni abbiamo acquisito la Frabes e da luglio anche la Denkavit ha sede a Rovato, quindi abbiamo deciso di aiutare la comunità rovatese e la nostra scelta per il 2022 è ricaduta su questo progetto». Fernhout, di origini olandesi ma da ormai 23 anni nella nostra provincia, ha evidenziato che la società ora produce in Italia e che a Rovato sono stati realizzati un nuovo ufficio e una nuova linea di produzione: «Siamo ancora due ditte, speriamo nella fusione entro fine anno, anche se il marchio Frabes sarà mantenuto.
Il primo cittadino ha innanzitutto lodato il lavoro del diacono Domenico, arrivato in una «parrocchia di confine» con la sua numerosa famiglia (ha sei figli), e poi ha ringraziato Denkavit e Frabes per il generoso contributo:
Il paese ha bisogno di questi supporti dal punto di vista sociale e umano: in questo caso investiremo sui giovani, spero sia il primo passo verso una collaborazione più intensa con la parrocchia.
Il prevosto ha sottolineato la necessità di investire «sulle persone e non solo sulle strutture», mentre il diacono ha sintetizzato i punti chiave del progetto, che punta a favorire la gestione della popolazione giovanile da parte di personale educativo, promuovendo la partecipazione attiva con interventi mirati e cogliendo le forme di disagio.
Il quartiere è un luogo di forte immigrazione, i nostri campi fanno da catalizzatore per tanti bambini e ragazzi, che giocano naturalmente insieme, ma spesso ci sono difficoltà di integrazione - ha proseguito il diacono - Il progetto prevede la presenza di una figura educativa per aiutarli a crescere e a maturare relazioni d’aiuto e non rapporti di conflittualità. Io sono favorito perché tra questi ragazzi ci sono anche i miei figli, si creano dei piccoli legami. E’ importante che abbiano un punto di riferimento, un posto dove andare in caso di problemi.
Concretamente, grazie alla presenza di un educatore vengono promosse attività sportive nei campi esterni all’oratorio, laboratori nel salone e anche proposte nel centro di via Caratti.