Brescia

Strage di piazza Loggia: le celebrazioni del 48esimo anniversario

Oggi, 28 maggio, di 48 anni fa (1974) si consumava la pagina più nera della storia di Brescia: la strage di Piazza Loggia. Un attentato terroristico di matrice neofascista che portò alla morte di 8 persone e al ferimento di altre 102.

Strage di piazza Loggia: le celebrazioni del 48esimo anniversario
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Una bomba nascosta in un cestino portarifiuti fu fatta esplodere mentre era in corso una manifestazione contro il terrorismo neofascista. La Strage di Piazza Loggia è considerato uno degli attentati più gravi degli anni di piombo, assieme alla strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969 (17 morti), alla strage del treno Italicus del 4 agosto 1974 (12 morti) e alla strage di Bologna del 2 agosto 1980 (85 morti).

Strage di piazza Loggia: le celebrazioni del 48esimo anniversario

Oggi, 28 maggio, di 48 anni fa (1974) si consumava la pagina più nera della storia di Brescia: la strage di Piazza Loggia. Un attentato terroristico di matrice neofascista che portò alla morte di 8 persone e al ferimento di altre 102. Nel corso della giornata, sono numerose le attività organizzate in ricordo della Strage.

Esattamente alle 10.12 ci sono stati gli otto rintocchi della campana in piazza Loggia ricordano le vittime della strage di 48 anni fa. Sono Giulietta Banzi Bazoli 34 anni, Livia Bottardi Milani, 31 anni, Euplo Natali, 69 anni, Luigi Pinto, 25 anni, Bartolomeo Talenti, 56 anni, Alberto Trebeschi, 37 anni, Clementina Calzari Trebeschi, 31 anni, e Vittorio Zambarda, 60 anni.

I fatti

Lo scoppio della bomba è arrivato alle 10:12. Una bomba contenente almeno un chilogrammo di esplosivo (tritolo) nascosta in un cestino dei rifiuti esplose colpendo moltissime persone. Dopo molti anni di indagini, depistaggi e processi, vennero riconosciuti colpevoli e condannati alcuni membri del gruppo neofascista Ordine Nuovo; quali esecutori materiali vennero riconosciuti Maurizio Tramonte (condannato in appello, in qualità di "fonte Tritone" dei Servizi Segreti Italiani), assieme ai già detenuti Carlo Digilio (addetto agli esplosivi) e Marcello Soffiati (il quale ha trasportato l'ordigno). Come mandante è stato condannato, in appello, il dirigente ordinovista Carlo Maria Maggi. Gli altri imputati, tra cui Delfo Zorzi, il generale Francesco Delfino e l'ex segretario del MSI e fondatore del Centro Studi Ordine Nuovo Pino Rauti furono assolti.

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