Coldiretti Brescia

Stop alla norma degli imballaggi, Laura Facchetti Coldiretti Brescia: "Vince la filiera italiana"

Le modifiche alla norma consentiranno, inoltre, la prosecuzione di ingenti investimenti fatti in innovazione e in bioraffinerie prime al mondo oggi in funzione, di cui l’Italia è leader

Stop alla norma degli imballaggi,  Laura Facchetti Coldiretti Brescia: "Vince la filiera italiana"
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Stop alla norma degli imballaggi, Laura Facchetti Coldiretti Brescia: "Vince la filiera italiana".

Stop alla norma degli imballaggi

 

"Un risultato che valorizza il primato dell’Italia nel settore degli imballaggi e conferma come tali materiali possano costituire un elemento di forza anche con Paesi schierati su posizioni diverse rappresentando soluzioni incontestabilmente sostenibili. A trarre vantaggio da questa vittoria, non sono solo le sole aziende degli imballaggi ma a ritroso filiere fondamentali per il nostro paese quali l’intero settore agroalimentare, dalla produzione, alla trasformazione e distribuzione, con decine di migliaia di imprese e centinaia di migliaia di posti di lavoro".

Questo il commento di Laura Facchetti, presidente di Coldiretti Brescia poco dopo il via libera all’Eurocamera al regolamento europeo sugli imballaggi che approva un testo meno rigoroso rispetto alla proposta inizia e garantisce la tutela del settore agroalimentare lungo tutta la filiera. Proprio oggi che una delegazione di soci di Coldiretti Brescia erano in visita alla sede del Parlamento europeo a Strasburgo.

 

“Il risultato che è stato ottenuto oggi è di straordinaria importanza per il settore dell'ortofrutta, in modo particolare per i produttori di quarta gamma – interviene Felice Poli -  imprenditore orticolo nel settore della IV gamma e vicepresidente di UNAPROA - avevo sempre considerato l'involucro protettivo degli ortaggi di quarta gamma, una protezione per il prodotto e una garanzia a tutela della salute del consumatore considerando anche le grammature proporzionate rispetto al contenuto delle buste stesse. Se fosse passata questa scellerata norma, ovviamente il risultato sarebbe stato drammaticamente peggiorativo per l'intero settore. Coldiretti ha svolto un lavoro eccellente sia a livello nazionale che europeo che è garanzia di continuità per quanto riguarda la filiera delle produzioni di quarta gamma.”

A cosa porteranno tali modifiche

Le modifiche alla norma consentiranno, inoltre, la prosecuzione di ingenti investimenti fatti in innovazione e in bioraffinerie prime al mondo oggi in funzione, di cui l’Italia è leader. Parliamo di bioplastiche e di bioprodotti da fonti rinnovabili concepiti per la tutela del suolo e delle acque, attraverso la riconversione di siti industriali non più competitivi, nel rispetto delle specificità locali e in partnership con tutti gli attori della filiera. La leadership che il nostro Paese detiene in tali prodotti innovativi è ulteriormente confermata dal fatto che Cina e Stati Uniti stanno cercando di imitare tali prodotti e processi innovativi nella loro corsa agli sviluppi industriali del biomanufacturing.

La nuova proposta

WPer l’agroalimentare in particolare, la nuova proposta salva il settore vitivinicolo, dall’obbligo del riuso delle bottiglie, a tutela del consumatore garantendo il mantenimento degli alti standard sanitari e di qualità delle produzioni made in Italy. Altro risultato positivo riguarda il settore del florovivaismo dove finalmente i vasi da fiori e da piante sono inquadrati come fattore della produzione. Inoltre, salvo anche il settore dell’ortofrutta e, in particolare la IV gamma, dal divieto di confezionamento sotto a 1,5 kg: un risultato che tutela la qualità e la shelf life delle produzioni e, indirettamente, riduce lo spreco alimentare che altrimenti sarebbe aumentato vertiginosamente in pieno contrasto con gli attuali obiettivi europei:

“Siamo molto soddisfatti di questa decisione – interviene Elisabetta Bertuzzi imprenditrice orticola Coldiretti di Rovato - possiamo ritenere salvo un settore che oggi è già in difficoltà a causa dell’aumento dei costi delle materie prime alti e di una perdita di fatturato del 20% circa riscontrata negli ultimi anni”.

 

“Tali modifiche – conclude la presidente Laura Facchetti -  rappresentano un importante risultato soprattutto a tutela della competitività delle imprese dell’agroalimentare italiano e del potere di acquisto dei consumatori in un momento di grande difficoltà economica.

 

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