Adro

Stefano Delbarba, un "alieno" alla Cursa dei Ciclopi a Cefalù incoronato campione italiano

Prestazione eccezionale per il 49enne adrense, che ancora non si capacita della sua impresa

Stefano Delbarba, un "alieno" alla Cursa dei Ciclopi a Cefalù incoronato campione italiano
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"Non mi aspettavo assolutamente questo risultato, ancora quasi non ci credo". Il 49enne Stefano Delbarba, al suo rientro a Torbiato di Adro dopo l’eccezionale impresa compiuta in Sicilia alla prima edizione della Cursa dei Ciclopi, dove ha conquistato il titolo di campione italiano assoluto, ha cercato di fare un resoconto di una gara difficilissima, affrontata con lucidità, tenacia e determinazione.

Stefano Delbarba, un "alieno" alla Cursa dei Ciclopi

In realtà di chilometri ne ho fatti 552, 40 in più di quelli che avrei dovuto, perché mi sono perso . Non sapevo dove andare, mancavano le frecce. E’ stato un percorso durissimo e non senza ostacoli. Ho patito un freddo estremo sull’Etna, e poi molto caldo al mare. Dall’ultima base vita al ristoro c’erano 18 chilometri, ho dovuto centellinare, l’acqua, è stata una vera avventura.

Alla fine, però, il risultato ha ripagato di tutti gli sforzi: Delbarba, unico bresciano in gara si è piazzato al 13esimo posto, con un tempo di 135 ore, 10 minuti e 6 se condi; prima di lui solo un altro connazionale, il vincitore Marco Gubert.

Conquistare il titolo di campione italiano nella gara più lunga d’Europa è un traguardo davvero inaspettato,

ha commentato. A chi gli chiede a cosa si pensa mentre si corre per così tanto tempo, lui risponde senza esitazioni:

Penso al passato, alla vita e alla cosa più bella che mi ha dato: i miei figli Alessio e Christian.

Nel 2022 il 49enne aveva partecipato al «Tor des Géants», giro dei giganti, su un tracciato di 356 chilometri, con un dislivello positivo di circa 27.390 metri e partenza e arrivo a Courmayeur. Con la Cursa dei Ciclopi, che ha attraversato il territorio di 50 comuni, quattro parchi regionali, parte del Sentiero Italia, la dorsale dei Nebrodi e il vulcano attivo più alto d’Europa, Delbarba ha alzato ancora di più l’asticella, visto che i chilometri da macinare stavolta erano 500 con un dislivello positivo di circa 20.000 metri.

Erano quasi 200 in più del Tor e gli ultimi quasi tutti da correre. Nella seconda parte i distacchi erano enormi (9 ore da quello che è arrivato dopo di me), quindi l’ho fatta tutta da solo. Sicuramente le esperienze maturate negli ultimi anni mi hanno aiutato a gestire mentalmente la gara. Ho dormito due ore a notte e questo mi ha permesso di mantenermi lucido.

Il ringraziamento del 49enne va agli sponsor che l’hanno supportato (la Cobresa srl di Corte Franca, dove lavora, la Ediltre e Bhs Travel), alla sua società (Bione Trailers Team) e al negozio Blueomnia, ma un pensiero di gratitudine va anche al suo fisioterapista, Paolo Mazza.

Nessuno mi segue negli allenamenti, io sono allergico alle tabelle. Paolo è l’unico che ascolto (e che mi tiene a freno), aiutandomi a prevenire gli infortuni con lavori specifici in palestra e a gestire il recupero post gare. Io non smetterei mai di correre.

Dopo 15 giorni elettrizzanti, Stefano Delbarba è pronto a rientrare in officina e a riprendere la vita di sempre. Non prima, però, di dare una lezione di umiltà:

Alcuni nei commenti mi hanno definito un eroe, ma credo che sia veramente fuori luogo, perché gli eroi veri sono quelli che usano il loro tempo libero (come mio padre) ad accompagnare i malati negli ospedali o portare i pasti agli anziani, non certo io, che passo il tempo libero correndo, per passione... Mi chiamano anche “alieno della Franciacorta” e questo mi fa sorridere.

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