ambientalisti all'attacco

Si torna a parlare dei rifiuti da bruciare nei cementifici

Approvato in Commissione Ambiente alla Camera un emendamento che consente di derogare i limiti per i Css nei cementifici

Si torna a parlare dei rifiuti da bruciare nei cementifici
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Bruciare i rifiuti nei cementifici per combattere il caro bollette e far fronte alla crisi energetica. Se ne è discusso in Commissione Ambiente della Camera durante l’approvazione di alcuni emendamenti presentati dal Centrodestra nell’ambito del decreto bollette.

Si torna a parlare dei rifiuti da bruciare nei cementifici

In soldoni, il provvedimento consentirà di derogare i limiti per l’utilizzo di combustibili alternativi (Css) derivati da plastiche, gomme, farine animali, fanghi e altri rifiuti indifferenziati, che potranno essere bruciati all’interno degli impianti di produzione del cemento tenendo unicamente conto del quantitativo annuo autorizzato, e quindi non dei limiti giornalieri, con il conseguente aumento delle emissioni in quei periodi.

Praticamente ogni azienda già titolare dell’Aia, l’Autorizzazione integrata ambientale per l’impiego dei Css (Combustibili solidi secondari derivati dai rifiuti indifferenziati), per risparmiare in bolletta, potrà decidere in quanto tempo bruciare le tonnellate di rifiuti previste per il suo impianto, con un conseguente aumento delle emissioni in quel determinato periodo.

E il pensiero va subito al cementificio di Tavernola Bergamasca, che già nel 2017 era stato autorizzato dalla Provincia a bruciare i rifiuti trasformati in combustibile. La sperimentazione non è mai cominciata e sull’autorizzazione il Comune aveva presentato un ricorso al Tar che è stato discusso nel merito mercoledì a Brescia e per il quale si attende il pronunciamento dei giudici. Ora però il fronte degli ambientalisti rilancia l’allarme «sull’ecomostro» e i residenti tornano a preoccuparsi.

"Il provvedimento non solo non rallenta l'attività dei cementifici, ma l' aumenterà - hanno commentato dal circolo Legambiente Basso Sebino - Questa è una delle norme prese per rendere più flessibile l'uso di combustibili e affrontare la crisi energetica guardando al passato. Tecnicamente il provvedimento consente di derogare i limiti prescritti dalle Autorizzazioni integrate ambientali. Avremo così nuovi inquinanti nei cieli. Agli attuali veleni, derivanti dalla combustione del carbone, si aggiungeranno quelli della parte secca dei rifiuti Css. Altro che transizione energetica con aiuti alle imprese non inquinanti".

Il provvedimento, però, non coinvolgerà per il momento il lago d’Iseo, in quanto il cementificio non è titolare dell’Aia per l’utilizzo dei Css, ma è autorizzato solamente a bruciare i Css-c (per altro mai impiegati per il momento nei forni dell’azienda tavernolese), cioè i rifiuti considerati come combustibili, e non quelli definiti come rifiuti.

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