Rose per i bisognosi: la bellezza fiorisce nel Refettorio Ginevra
Il progetto realizzato dall’artista capriolese Patrizia Fratus con lo chef Walter El Nagar, in Svizzera
Rose per i bisognosi: la bellezza fiorisce nel Refettorio Ginevra, in Svizzera, grazie all'artista di Capriolo.
Parola d'ordine: bellezza
«Il diritto alla bellezza»: questo il concetto alla base del progetto «Right to food and roses» e dei ricami floreali realizzati dall’artista Patrizia Fratus per il Refettorio Ginevra (anche detto Geneva), ristorante attivo nell’omonima città svizzera. Dei piccoli presenti da donare alle persone bisognose che ogni sera, in quel meraviglioso luogo di aggregazione e solidarietà, trovano non solo un pasto caldo ma un motivo per andare avanti.
«Ho conosciuto Walter El Nagar a Biella, il quale è sia chef che gestore del Refettorio e che al centro del suo attivismo pone la lotta per la carta per il diritto al cibo», ha spiegato l’artista. L’incasso quotidiano del locale, che apre al pubblico all’orario di pranzo, serve infatti per finanziare i pasti serali per le persone che vivono nella precarietà. «Questo incontro è stato un’occasione per approfondire un tema che conoscevo già ma non in modo esaustivo: ricordandomi dell’operato politico di Rosa Luxembourg e della sua famosa frase “Vogliamo il pane e anche le rose” ho pensato fosse doveroso fornire il mio contributo, regalando un’esperienza che unisse il valore artistico alla necessità concreta», ha continuato.
Entrambi ambasciatori di Terzo Paradiso, il progetto concepito da Michelangelo Pistoletto, promotori di quella fusione tra natura e artificiale, tra spontaneo e artefatto, per cercare una via di mezzo che sia percorribile dall’uomo, hanno quindi avviato una collaborazione.
«Prima si immagina, poi si scrive e solo dopo si realizza, ed El Nagar, questa magia, la realizza ogni giorno: è stato così che mi sono convinta a collaborare concretamente con lui».
Rose per i bisognosi
Partita per Ginevra il 23 luglio e rientrata in patria il 26, Fratus ha ricamato a mano oltre 150 rose interamente realizzate con materiali da riciclo: dei pezzi unici da donare ai senzatetto come fossero «talismani da conservare in tasca, da portare con sé per tenere a mente il fondamentale valore della bellezza».
Un modo per rendere giustizia al ruolo dell’arte con un gesto tangibile, insomma, operando attivamente per migliorare la realtà in cui viviamo. Un piccolo passo che se sommato a quello di altri può però fare la differenza.
«La bellezza esiste, ed è essenziale che ciò valga per tutti: in quello stesso refettorio, uno degli otto appartenenti alla catena di “ristorazione solidale” dello chef pluristellato Massimo Bottura, a pranzo siedono a tavola politici e persone eminenti, mentre la sera trovano rifugio persone che vivono in condizione di estrema povertà, i quali vengono trattati con lo stesso riguardo, arrivando ad ospitare fin a 50/60 commensali a serata; io arrivavo lì al mattino presto, mi sedevo a ricamare e poi alla sera distribuivo quanto realizzato durante il giorno. Questo il messaggio che vorrei passasse: di andare oltre le parole, diffondendo bellezza nel mondo, senza mai lasciarsi abbattere».