Rivivono "Le storie di Faine"
Gli scritti di Primo Lancini sono stati trasformati in un libro grazie a Tarcisio Mombelli.
di Stefania Vezzoli.
Poesie e vicende di guerra e di vita: dalle pagine dell’alpino Nani riaffiora la memoria della comunità rovatese.
Rivivono "Le storie di Faine"
Poesie in rima, che hanno il ritmo inconfondibile delle filastrocche popolari, in cui si mescolano dolore e accettazione, amarezza e rassegnazione. Vicende di guerra e di vita, raccontate con semplicità, senza velleità letterarie, eppure ammalianti, quasi magnetiche, per la prospettiva inedita sulle privazioni patite dai deportati. Il libro «Le storie di Faine» riporta alla luce gli scritti dell’alpino rovatese Primo Lancini, alias Nani di Bele. Un paziente lavoro di trascrizione, arricchito da elementi biografici, documenti della prigionia e fotografie, curato da Tarcisio Mombelli.
Cenni biografici
Nato nel 1923 a Chiari nella Cascina Buonvicino da Pietro Lancini ed Emma Vezzoli, all’età di 6 anni Primo si trasferì con la famiglia a Rovato. L’8 gennaio 1943 arrivò la chiamata in guerra, nel corpo degli Alpini (VI Reggimento). Catturato sulle montagne bolzanine, fu deportato in Polonia. Alla fine della guerra fu tra i fortunati che tornarono a casa. Si sposò nel 1950 con Angela Ramera; dalla loro unione nacquero tre figli: Pietro, Raffaella e Clelia. Primo Lancini è mancato nel 2015, raggiungendo in Cielo la fedele compagna (che lo ha lasciato nel 2007). Anche l’autore del libro, Tarcisio Mombelli, è nato a Chiari nel 1930, in località Fornaci. Assunto dal Comune di Rovato nel 1955, nel 1970 insieme all’ex sindaco Carlo Cossandi è stato cofondatore del corpo di Polizia Locale, diventando subito comandante; tesserato dal 1949 all’Aia (Associazione italiana arbitri), per 7 anni è stato guardalinee nelle massime categorie. Negli anni Sessanta è stato corrispondente di un noto quotidiano locale; una passione per la scrittura che alle soglie di novant’anni l’ha spinto a pubblicare il libro «Tarcisio Racconta», presentato quasi in concomitanza al conferimento del Leone d’oro, massima benemerenza civica. Proprio in questi giorni ha dato alle stampe «Le storie di Faine».
Il libro
Il volumetto curato da Tarcisio Mombelli non si limita a raccogliere le memorie di Primo Lancini e alcune sue poesie. Il libro, infatti, è arricchito da una serie di approfondimenti che solo Mombelli, che ha conosciuto personalmente il protagonista, avrebbe potuto realizzare con una tale accuratezza e dovizia di particolari.
In apertura, dopo la dedica al gruppo Alpini di Rovato (e alla memoria di tutti gli alpini deceduti o dispersi, vittime di ferite, deportazione, prigionia e sofferenza), di cui viene riassunta la storia, ci sono i ringraziamenti ai figli di Primo Lancini, al nipote Lorenzo Martinelli, all’assessore comunale Valentina Bergo, all’artista Giampaolo Belotti, che ha impreziosito il volume con le sue illustrazioni, a Laura Zanardo (responsabile dell’ufficio commercio) e al sindaco Tiziano Belotti. Nella poetica introduzione Tarcisio Mombelli dell’intrepido Nani di Bele, alias Faine, scrive: «Milite ignoto ai più dei rovatesi ha lasciato traccia, e che traccia, di tesoro epistolare inestimabile vergato in semplicità, ricco di storia. Una miniera nella quale bontà, mostruosità, bellezza, odio e amore si intrecciano in racconti». Nella prefazione, l’autore esprime il pensiero che «forse da queste storie Ermanno Olmi, quello del capolavoro cinematografico “L’albero degli zoccoli”, ne avrebbe tratto un cortometraggio. O sogno?».
Il libro prosegue con la biografia dell’alpino Lancini, prima di entrare nel vivo dei suoi lavori: storie che fanno sorridere, come quella del primo giorno di scuola, e vicende più dolorose, legate alla guerra e alla prigionia, seppur con una prospettiva inedita, quasi fiabesca, popolata da curiosi personaggi come il temibile comandante dei soldati tedeschi Masticabrodo e la prigioniera col viso tanto dolce da meritarsi il soprannome Zucchero.
A chiudere il volume alcune poesie di Faine, la biografia del padre e i documenti della prigionia, prima dell’elenco dei soldati rovatesi caduti nella Seconda Guerra mondiale e di quelli dispersi in Russia.
Le reazioni
«Con la sua testardaggine oltremisura ha riordinato fogli consunti e trasandati e ne ha fatto l’ennesima sua pubblicazione a testimonianza di un mondo passato, lontano, spesso dimenticato in tutta fretta e che invece merita di essere riletto perché è la nostra storia. Rappresenta esattamente la nostra profonda identità», con queste parole il sindaco di Rovato Tiziano Belotti ha lodato il lavoro fatto da Tarcisio Mombelli, amichevolmente descritto come «un vecchio di oltre 90 anni» ma anche «una persona estremamente sensibile alle storie del passato e già abituato a maneggiarle con cura». Con un’«ostinazione che è quasi audacia» Mombelli ha in effetti fortemente voluto la pubblicazione di questo volume. Proprio riconoscendone il valore storico il Comune ha concesso il patrocinio e il libro sarà a breve a disposizione dei cittadini in biblioteca.
«Auguro che tu abbia a continuare la scoperta di personaggi locali da proporre a questi nostri tempi con gente distratta, che non bada all’umanità di coloro in mezzo ai quali viviamo - ha commentato don Gianni Donni, grande appassionato di ricerca storica - Ho letto con vero piacere il bel libro “Le storie di Faine”, personaggio che io non conoscevo e che appare ben scolpito nella sua umanità, attraverso i suoi scritti e le tue gioiose, poetiche note di accompagnamento».
Riconoscenza anche da parte delle Penne Nere rovatesi. «A nome di tutti gli Alpini del Gruppo di Rovato desidero esprimere il più sentito ringraziamento all’autore Tarcisio Mombelli, penna di indiscutibile valenza di memoria storica, per l’apprezzatissima dedica di questo bel lavoro di ricostruzione delle vicende di Nani, concittadino alpino, che rappresenta al contempo un fedele spaccato della difficile e tribolata vita civile di quei tempi. Che sia foriero di riflessione ai lettori più giovani», ha sottolineato il responsabile Gianpietro Corsini.