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Reddito di Cittadinanza: a Brescia accolte oltre 10.500 domande

4.301 domande sono state destinate alla presa in carico dei servizi sociali

Reddito di Cittadinanza: a Brescia accolte oltre 10.500 domande
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In questa fase di transizione, volendo descrivere l'esperienza maturata, condividiamo dati e strutturazione che i Servizi Sociali del Comune di Brescia si sono dati per la gestione della misura Reddito di Cittadinanza.

Reddito di Cittadinanza, la misura

Il Reddito di cittadinanza è una misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all'esclusione sociale, introdotta nel marzo 2019. Si tratta di un sostegno economico ad integrazione dei redditi familiari associato ad un percorso di reinserimento lavorativo e di inclusione sociale, di cui i beneficiari sono protagonisti sottoscrivendo un Patto per il lavoro con il Centro per l’Impiego (CPI) o un Patto per l'Inclusione Sociale (PaIS) con i servizi sociali comunali. L’orientamento del cittadino al Centro per l’Impiego o al Servizio Sociale è automatico: un sistema informatico dispone all’origine l’invio, in base ai criteri previsti dalla norma. La domanda può essere presentata telematicamente, nei Centri di Assistenza Fiscale (CAF), ai Patronati o negli Uffici Postali.

Come fare per accedervi

Per accedere alla misura è necessario essere in possesso sia di requisiti economico-patrimoniali sia di residenza, cittadinanza e soggiorno. L’impianto normativo prevede che, superati i controlli economico-patrimoniali, l’Inps proceda a erogare il beneficio. Solo ad erogazione avviata i nominativi dei beneficiari vengono messi a disposizione del Comune per la verifica dei requisiti di residenza, cittadinanza e soggiorno. Pertanto non è scontato che si abbia diritto al beneficio anche se si inizia a percepirlo. Se i controlli hanno esito negativo, il Comune è tenuto a segnalarlo all’Inps affinché revochi il beneficio e recuperi quanto già erogato. Inoltre, se dispone di elementi certi per dimostrare che il cittadino ha effettuato una dichiarazione mendace in sede di domanda, il Comune deve procedere con una denuncia in Procura, perché ciò si configura come reato penale.

I dati per la città di Brescia

·      da marzo 2019 a novembre 2022 sono state accolte 10.502 domande (uno stesso beneficiario può aver presentato più di una domanda)

·      4.301 domande sono state destinate alla presa in carico dei servizi sociali. Le due percentuali più significative in relazione alla composizione dei nuclei familiari sono: il 47% relativa ai nuclei costituiti da una sola persona e il 35% relativa ai nuclei con minori.

·      Il percorso per la stipula del Patto per l'Inclusione inizia con un colloquio tra l‘assistente sociale del Comune e il nucleo beneficiario, per identificare i bisogni della famiglia e dei suoi componenti, tenendo conto non solo delle fragilità ma anche delle risorse attivabili, delle aspirazioni e dei sostegni presenti. In base a questo approfondimento si definisce il percorso di presa in carico del nucleo. Il Patto per l'inclusione prevede specifici impegni da parte della famiglia e supporti da parte dei servizi territoriali: l'obiettivo è costruire interventi su misura insieme alle famiglie stesse per contrastare le cause della povertà e accompagnare le persone verso l'autonomia. Il rispetto degli impegni presi con il servizio sociale consente di mantenere il beneficio del RdC.

Comune e assistente sociale

Il Comune è il responsabile dell’attuazione del progetto con la persona e ha in organico la figura dell'assistente sociale con funzione di case-manager che, in base ai bisogni rilevati, può coinvolgere:

·      i servizi socio-sanitari (Servizi per le dipendenze, Servizi per la salute mentale, ecc.)

·      le figure professionali di educatore, psicologo, mediatore linguistico- culturale e Asa in un’équipe multidisciplinare interna. Tali figure sono messe a disposizione dalle Cooperative "La Rete" e "La Vela” che con il Comune, utilizzando fondi ministeriali, hanno costruito una specifica coprogettazione.

·      L’esperienza maturata in questi anni ha dimostrato come effettivamente il Reddito di Cittadinanza sia una misura che offre la possibilità di intercettare la persona preventivamente rispetto alla manifestazione di fragilità/disagio. Infatti, molti dei nuclei destinatari di Patto per l’Inclusione Sociale non erano noti ai Servizi Sociali.

Nell’ambito dei Patti per il Lavoro e per l’Inclusione Sociale, i beneficiari del RdC sono tenuti a svolgere progetti utili alla collettività (Puc) nel Comune di residenza per almeno otto ore settimanali, aumentabili fino a sedici. Brescia ha sperimentato sette progetti all’interno di alcuni Servizi Comunali (Tutela Ambientale, Servizi Cimiteriali, Emeroteca, Biblioteca Queriniana, Museo Scienze Naturali, Servizi Sociali, Anagrafe) che, oltre all’attività ordinaria, garantiscono affiancamento alle persone e raccordi con il Servizio Sociale. Alcuni beneficiari hanno chiesto di proseguire con l’attività dei Puc anche dopo la conclusione del contributo economico (e cioè quando l’obbligo era venuto meno) in quanto hanno vissuto una positiva esperienza di riattivazione e di reinserimento sociale.

La Finanziaria 2023 ha ridotto a sette i mesi di erogazione del beneficio economico (ad eccezione che per i nuclei con minori, disabili e ultrasessantenni) e ha stabilito che , “nelle more di un’organica riforma delle misure di sostegno alla povertà e all’inclusione attiva”, dal 1° Gennaio 2024 il Reddito di Cittadinanza sia abrogato.

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