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Qualità dell'aria: Brescia la settima provincia peggiore in Lombardia

Mantova si colloca invece al secondo posto tra le province peggiori, svetta la località di Soresina

Qualità dell'aria: Brescia la settima provincia peggiore in Lombardia
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Qualità dell'aria: Brescia è la settima provincia peggiore in Lombardia.

Qualità dell'aria: Brescia è la settima provincia peggiore in Lombardia

Questo quanto emerge dai dati delle centraline Arpa Lombardia, strumenti attraverso i quali viene misurata la concentrazione delle polveri sottili. Brescia a livello lombardo, figura al settimo posto posto. Al secondo posto Mantova sia a livello di inquinamento atmosferico sia per quanto concerne la qualità dell'aria.

 

Da cosa dipende?

Legambiente ha fornito una spiegazione:

La spiegazione per una campagna agricola così malsana va ricercata nei troppi animali allevati in Lombardia, regione che concentra quasi un terzo del peso vivo di tutti gli animali allevati in Italia - hanno dichiarato - Dagli allevamenti lombardi, infatti, esala gran parte delle oltre 90.000 tonnellate annue di ammoniaca gassosa che ARPA stima per la Lombardia, ingrediente di base per la formazione del particolato inorganico secondario che costituisce oltre i 2/3, in peso, del PM10 misurato. Quello delle polveri sottili è un cocktail micidiale: l’ammoniaca degli allevamenti e degli spandimenti di liquami reagisce con gli ossidi d’azoto (per la maggior parte generati dal traffico, e in particolare dai motori diesel) trasportati dalle correnti atmosferiche a partire dai luoghi in cui si sono generati, vale a dire le città e le arterie stradali, formando microcristalli di sali di ammonio, che restano sospesi per giorni o settimane nell’aria della bassa pianura, quando le condizioni meteorologiche non sono favorevoli al rimescolamento atmosferico, come avviene tipicamente nella stagione fredda".

Le parole di Damiano Di Simine

“È sempre più evidente come siano le emissioni della zootecnia industriale a rappresentare la causa principale, insieme al traffico veicolare, dell’inquinamento da polveri sottili che affligge la regione,” commenta Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia. “La Lombardia fino ad oggi si è ben guardata dall’affrontare la riduzione di questo fattore di pressione ambientale, ad esempio riducendo i capi per rispettare il necessario rapporto tra animali e territorio. È evidente che, finché non saranno attuate politiche di limitazione delle emissioni degli allevamenti, la bassa Lombardia sarà condannata a tenersi la propria pessima qualità dell’aria, restando esposta anche nei confronti delle infrazioni europee.”

 

Territorio bresciano

“La valutazione ambientale del PGT per il nostro territorio indica la necessità di dimezzare la densità zootecnica,” spiega Franco Ferrandi, presidente del circolo Legambiente di Orzinuovi. “Ciò nonostante, nei giorni scorsi il Comune ha deliberato di concedere la deroga alle distanze minime dal centro abitato, per autorizzare una nuova porcilaia da oltre mille capi: un segnale di grave irresponsabilità, contro cui ci riserviamo di intraprendere azioni a tutela della salute dei cittadini.”

LOCALITA 2022 2023
SORESINA 36,8 34,2
CREMA 33,5 30,5
CREMONA 34,4 30,5
MANTOVA 31,7 28,6
LODI 32,4 28,3
MONZA 32,8 27,6
PAVIA 31,3 27,4
MILANO 34,6 27,3
BRESCIA 32,1 26,3
BERGAMO 27,8 25,4
COMO 28,6 21,9
SONDRIO 22,3 19,9
VARESE 23,4 19,4
LECCO 21,8 18

Il valore peggiore ad un piccolo centro, Soresina.

La fotografia che ne deriva vede come causa scatenante i troppi mega-allevamenti nella pianura lombarda, specie tra le province di Cremona, Brescia e Mantova, sono un grosso problema per l’aria che respiriamo. A certificarlo sono anche i dati delle centraline con cui ARPA misura le polveri sottili, che evidenziano una Lombardia a due facce.

Da una parte i capoluoghi della storicamente inquinata Lombardia industriale, tra Varesotto e Brianza: per Varese, Lecco e Como il 2023 potrebbe concludersi come l’anno con l’aria più pulita di sempre, con una media annua di PM10 perfino inferiore ai 20 microgrammi/mc, un valore che non solo è conforme alle soglie EU (40 microgrammi/mc), ma è vicino all’obiettivo fissato dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (la soglia di 15 g/mc come media annua).

Dal lato opposto della regione Cremona e Mantova, ben piantate nella loro pianura agricola, vanno alle stelle con valori annuali di PM10 prossimi o superiori ai 30 microgrammi/mc – ma con decine di picchi giornalieri decisamente sopra soglia. Sorprendentemente, il valore annuale peggiore (34,2 microgrammi/mc) non spetta ad una città, ma ad un piccolo centro, Soresina, solitario simbolo della zootecnia da latte del Nord Italia. Troviamo poi le grandi città come Milano, Brescia e Bergamo. Tali città risultano responsabili della maggior parte delle emissioni da traffico. Si trovano però anche non troppo lontane dalle aree di grande concentrazione zootecnica.

 

 

 

 

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