museo nazionale della fotografia di brescia

Processi fotografici a copia unica, la catalogazione della collezione a cura della Dottoressa Pieranna Scagliotti

Con la supervisione della Curatrice e docente di storia della Fotografia la dottoressa Luisa Bondoni, sono stati per la prima volta analizzati e schedati i dagherrotipi, gli ambrotipi e i ferrotipi che fanno parte di una collezione unica in Italia fruibile al pubblico.

Processi fotografici a copia unica, la catalogazione della collezione a cura della Dottoressa Pieranna Scagliotti
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Durante il mese di luglio la Dottoressa Pieranna Scagliotti, nel corso del Master in Archiviazione e Catalogazione fotografica dell’Università degli Studi di Trieste, ha catalogato la collezione di processi fotografici a copia unica del Museo Nazionale della Fotografia di Brescia.

Su cosa punta l'analisi

Con la supervisione della Curatrice e docente di storia della Fotografia la dottoressa Luisa Bondoni, sono stati per la prima volta analizzati e schedati i dagherrotipi, gli ambrotipi e i ferrotipi che fanno parte di una collezione unica in Italia fruibile al pubblico. Si tratta di pezzi unici realizzati a partire dalla nascita della fotografia, 1839, fino alla fine dell’Ottocento, realizzati in Europa e negli stati Uniti, che rappresentano i primi ritratti della storia della fotografia.  Centocinquanta pezzi originali che sono arrivati fino a noi e che ci raccontano gli usi, i costumi, le acconciature, i meccanismi della ripresa fotografica di due secoli fa: dalla lastra di rame argentato del dagherrotipo, alla lastra di vetro trattata con il collodio umidi dell’ambrotipo fino alla placca di metallo laccata di nero del ferrotipo. Un progressivo allargarsi di pubblico che poteva permettersi un ritratto, dai costosi e lussuosi astucci di Daguerre alle lastrone di latta che veniva realizzate dai fotografi ambulanti che si spostavano con la loro parca attrezzatura di paese in paese.

Finalità

La Dottoressa Pieranna Scagliotti, sotto la guida e l’esperienza ventennale nella storia della fotografia e nello studio dei processi antichi della Curatrice Luisa Bondoni, ha studiato, analizzato, catalogato, digitalizzato e compilato la scheda F (scheda ministeriale prevista dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD) per la catalogazione dei beni fotografici) con la previsione in autunno dell’inserimento nel database regionale Sirbec (ambiente web creato e messo a disposizione da Regione Lombardia per la catalogazione on line del patrimonio culturale in Lombardia) delle schede, per permettere la consultazione a tutti coloro che necessitano per lavoro, studio o curiosità di approfondire la fotografia delle origini. Come già avviene per gli altri archivi del Museo, anche questa parte importante del patrimonio sarà resa consultabile sul sito del Museo (www.museobrescia.net). Un grande lavoro di ordinamento e classificazione dedicato ad una collezione che si affianca per consistenza e qualità a quella degli Alinari, per restare in Italia, e non ha nulla da invidiare a quelle francesi, inglesi o americane. Gli obbiettivi del Museo sono quelli di conservare, promuovere, valorizzare e soprattutto rendere fruibile l’immenso patrimonio che ospita nella sua sede di Contrada Carmine.

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