Confagricoltura Brescia

Prezzo del latte, in frenata ad inizio 2023

La media, nel primo semestre 2023, sarà quindi di 57,916 centesimi al litro oltre qualità e Iva di legge

Prezzo del latte, in frenata ad inizio 2023
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Prezzo del latte, in crescita rispetto allo scorso anno.

Prezzo del latte in ascesa

Un’ascesa che è stata costante per gran parte dello scorso anno, più marcata negli ultimi mesi. E una brusca frenata negli ultimi giorni del 2022, proseguita nelle prime settimane del 2023. Per il prezzo del latte, e di conseguenza per i numerosi allevatori bresciani, l’ultimo periodo è stato particolarmente delicato e a regnare è stata l’incertezza, per il timore che la tendenza al ribasso degli ultimi tempi potesse divenire stabile (il prezzo del latte spot è passato, in breve tempo, da 68 a 52 centesimi al litro). Tutto questo per motivi esterni al mercato italiano: la Germania, a esempio, che per tutto il 2021 e il 2022 ha prodotto meno latte, con l’inizio del 2023, in considerazione dell’aumento del prezzo, ha ricominciato a produrre.

Accordo raggiunto

Il 31 gennaio 2023, con una nuova contrattazione tra il gruppo Italatte, le organizzazioni di categoria agricole e la cooperazione, è stato raggiunto un accordo, che sarà valido sino a giugno 2023, di 60 centesimi al litro per il mese di gennaio e di 57,50 da febbraio a giugno. La media, nel primo semestre 2023, sarà quindi di 57,916 centesimi al litro oltre qualità e Iva di legge.

“È un risultato positivo – commenta Luigi Barbieri, membro della giunta di Confagricoltura Brescia –, perché questo accordo dà una certa stabilità per i prossimi mesi e il livello di prezzo è accettabile, permette al mercato di orientarsi verso buone quotazioni. Prendendo il prezzo medio attuale, è più elevato rispetto all’ultimo semestre del 2022, quando si era assestato su 57 centesimi. Certo, la situazione odierna del mercato, rispetto a un anno fa, è molto diversa e regna ancora un po’ di incertezza”.

Il mercato lattiero caseario sconta un contesto internazionale ed economico-finanziario non facile, con il proseguo della guerra in Ucraina, l’alto tasso di inflazione e i costi delle materie prime e dell’energia che continuano a essere altissimi, determinando così un'elevata volatilità dei prezzi. Fattori che spingono gli allevatori bresciani a interrogarsi sulle prospettive future: nasce anche da qui l’incontro organizzato da Confagricoltura Brescia al Centro Fiera di Montichiari con il Clal, la società di consulenza che eroga servizi nel comparto agro-alimentare, per un confronto a 360 gradi sull'annata appena terminata e sulle prospettive del 2023 delle aziende bresciane. I ricercatori del Clal sono partiti parlando del clima, un “attore fondamentale per il mercato del latte e per le coltivazioni agricole”. Basti ricordare l’anno appena passato, in cui la grave siccità, che ha colpito anche l’Italia, ha determinato problemi in tutte le coltivazioni e negli allevamenti. La stessa cosa in Germania, dove il 60 per cento delle consegne di latte proviene da territori fortemente colpiti dalla siccità.

“Il clima riveste sempre più un ruolo fondamentale per l’andamento del mercato del latte – ha sottolineato Mirko De Vincenzi del Clal -, andando a influenzarne le fluttuazioni. Altro fattore che ha inciso sul mercato del latte sono i prezzi di mais e soia, che a livello mondiale sono aumentati notevolmente da settembre 2020. Questo ha inciso sui costi dell’alimentazione, con aumenti costanti dal 2021, con un picco a marzo 2022 e prezzi tuttora elevati, così come per l’energia e i fertilizzanti, portando i costi della razione per litro di latte a un incremento di 8/9 centesimi al litro”.

 

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