Chiari

Polo logistico: gli ex operai in Tribunale per difendere il loro diritto al lavoro

La prima udienza si è svolta, da remoto, martedì: presenti i legali di Italtrans e della Prometeo.

Polo logistico: gli ex operai in Tribunale per difendere il loro diritto al lavoro

Dalle manifestazioni in piazza e dai presidi in Prefettura alle aule del Tribunale del Lavoro di Milano: prosegue la battaglia di tre ex operai del Polo logistico contro il licenziamento e in difesa del diritto al loro posto nella struttura di Chiari.

Polo logistico: gli ex operai in Tribunale per difendere il loro diritto al lavoro

La prima udienza, celebrata da remoto a causa del Covid, si è svolta martedì: presenti online davanti al giudice i legali dei tre lavoratori (studio D’Agata di Treviglio), difesi dallo Slai Cobas, e gli avvocati di Italtrans e della cooperativa Prometeo, per la quale lavoravano i tre operai.

Al Polo logistico di via Sam Quilleri, quando era gestito da Auchan, erano impiegate centinaia di persone assunte tramite due cooperative. Dopo il passaggio a Conad, tutti quanti avevano perso il loro posto di lavoro a Chiari. Tra i sindacati quello più agguerrito è sempre stato lo Slai Cobas, che aveva difeso inizialmente una sessantina di operai della Prometeo. Ora ne sono rimasti tre, che si oppongono al licenziamento e continuano a lottare per il loro diritto al posto di lavoro, dove hanno trascorso circa dieci anni.
L’anno scorso Esselunga aveva presentato la Scia al Comune di Chiari e oggi il magazzino, tramite Italtrans, a quanto risulta dai sindacati, sta andando molto bene. Ovviamente i lavoratori non sono più quelli di un tempo. La questione, finita sul tavolo del Tribunale, è sempre più calda e delicata: la prossima udienza si terrà ad aprile.

Lo Slai Cobas e l’Ucraina

A difendere i lavoratori c’è sempre lo Slai Cobas, nella persona di Sergio Caprini.

«Continuiamo a lottare per i lavoratori, ma non possiamo ignorare quello che sta succedendo in Ucraina – ha spiegato Caprini a nome del sindacato di classe – Condanniamo fermamente la campagna e l’azione dei governi Usa/Nato (Italia compresa) di stampo guerrafondaio volta a portare le truppe occidentali ai confini russi, usando l’Ucraina come cavallo di Troia e pedina di guerra. Così come condanniamo con forza l’invasione imperialista di stampo neozarista della Russia di Putin che accende un focolaio di guerra in Europa che può dilagare in tutto il mondo. Siamo contro questa guerra tra banditi per il profitto dei padroni della energia e dell’industria bellica. Siamo solidali con le masse ucraine sotto le bombe e in fuga. Siamo contrari all’invio dei soldati italiani nel territorio di guerra. Siamo contro ogni scaricamento dei costi e degli effetti di questa guerra sui i lavoratori e sulle masse italiane già colpite da crisi e pandemia».