Per la salvaguardia della vita dei lupi in campo l'unità cinofila antiveleno
Regione Lombardia e Provincia di Brescia aderiscono al progetto Ue.
Migliorare la coesistenza fra il lupo e le persone che vivono e lavorano sulle Alpi, realizzando soluzioni condivise per garantire la conservazione a lungo termine del lupo.
Il progetto
È quanto previsto dal progetto europeo LIFE WolfAlps EU 'Azioni coordinate per migliorare la coesistenza lupo-uomo nell'areale alpino' a cui Regione Lombardia ha aderito. Nel Bresciano, per la prima volta sul territorio regionale, si procederà a portare avanti un percorso formativo volto a sviluppare azioni antibracconaggio attraverso un nucleo cinofilo antiveleno. I bocconi avvelenati costituiscono una seria minaccia per la conservazione del lupo e della fauna in genere. Non colpiscono solo i capi che mangiano il boccone mortale, ma anche tutti quegli animali che si alimentano di carcasse e vengono, quindi, a loro volta avvelenati dai resti.
"Questo progetto - ha spiegato l'assessore regionale all'Ambiente e Clima Raffaele Cattaneo - rappresenta una prima iniziativa che mi auguro possa poi essere estesa sull'intero territorio della Lombardia. Le unità cinofile antiveleno rappresentano uno degli strumenti per il contrasto ai reati di avvelenamento. In Lombardia il lupo è presente soprattutto nelle aree alpine ed appenniniche e la Regione partecipa attivamente ai programmi di monitoraggio inseriti nei progetti europei e mette in campo da anni le iniziative finalizzate a dare strumenti che consentano una coesistenza armonica del lupo con attività antropiche come l'allevamento, l'agricoltura e il turismo. Sono dunque convinto - ha concluso - che l'accordo tra Regione e Provincia di Brescia rappresenti un ulteriore elemento per una corretta gestione della presenza del lupo in Lombardia".
Risorse per oltre 64mila euro
Con risorse sino a 64.400 euro, per i prossimi due anni, Regione Lombardia affiancherà Provincia di Brescia nella supervisione dell'attuazione e nel raccordo con i partner e con i Carabinieri Forestali, oltre a contribuire alla copertura delle spese necessarie e alla campagna di sensibilizzazione. I fondi messi in campo servono per l'acquisto del cane, il suo mantenimento e addestramento; la fornitura di un pick up e del kit antiveleno e la pianificazione di interventi programmati annuali e d'urgenza quando richiesto.