Panchina rossa per non dimenticare Manuela Bailo
"Bisogna imparare ad usare le proprie mani solo per fare carezze, nient'altro", queste le parole incise sotto la foto della 35enne di Nave che lavorava alla Uil.
Una panchina rossa per non dimenticare Manuela Bailo, 35enne di Nave uccisa dall'ex amante. E' stata posizionata ieri di fronte alla sede della Uil di Brescia in via Vantini 20.
Panchina rossa per non dimenticare Manuela Bailo
Una panchina rossa, simbolo della condanna contro i femminicidi. Manuela Bailo non si dimentica e di fronte alla sede Uil del capoluogo, in via Vantini, ieri (venerdì) è stato posizionato un monumento alla sua memoria.
"Bisogna imparare ad usare le proprie mani solo per fare carezze, nient'altro", queste le parole incise sotto la foto della 35enne di Nave uccisa dall'ex amante, Fabrizio Pasini, il 29 luglio a Ospitaletto. La foto dell'impiegata della Uil resterà sempre con i colleghi e con chi, di giorno in giorno, si siederà su quella panchina.
Anche la fotografia di Manuela sarà posta in tutti gli uffici dell'Uil, mentre Pasini, suo collega, è stato espulso pochi giorni dopo la confessione.
La vicenda
Una storia tremenda, con un epilogo ancor peggiore. Tutto è iniziato a fine luglio, quando la giovane è scomparsa da Nave. Manuela Bailo, dopo 23 giorni di ricerche, è stata trovata morta in un cascinale di Azzanello. La 35enne di Nave è morta per mano del suo amante e collega, il 48enne ospitalettese Fabrizio Pasini. Dopo averla uccisa nella casa dei suoi genitori, in via Allende a Ospitaletto, l’uomo ha occultato il cadavere nelle campagne del cremonese ed è poi partito per la Sardegna. Solo al ritorno, una volta incastrato, ha ammesso la sua colpa agli inquirenti, ma sono ancora molti i pezzi mancanti del puzzle.
Anche il 17 settembre i carabinieri erano tornati in via Allende per un nuovo sopralluogo e per ispezionare le auto.