Ordinanza di rimozione per l'installazione contro la violenza sulle donne
Il provvedimento è scattato a Rovato. Per il sindaco manca l'autorizzazione della Soprintendenza. Ma per l'associazione è "un atto grave".
Un'installazione di grande impatto, con le colonne di piazza Cavour avvolte in una pellicola di plastica rossa e dei pannelli appesi ai pilastri. Un'opera di sensibilizzazione e di denuncia contro la violenza sulle donne, promossa dall'associazione Liberi Libri, che avrebbe dovuto rimanere fino all'1 dicembre e invece è destinata ad avere breve durata. Dopo l'inaugurazione, infatti, avvenuta sabato alle 16.30, è arrivata l'ordinanza di rimozione da parte dell'Amministrazione comunale. Un provvedimento legato alla mancata richiesta di autorizzazione alla Soprintendenza che, tuttavia, per la natura dell'installazione e il suo messaggio, è destinato a fare discutere.
Ordinanza di rimozione dell'installazione
L'installazione, intitolata "Bad news, se la violenza fa notizia, anche la notizia fa violenza", si compone di due serie di pannelli: alcuni dedicati a donne vittime di violenza e ai titoli di quotidiani nazionali che hanno raccontato la cronaca di questi femminicidi, altri dedicati a figure femminili importanti, da Lucia Annibali a Malala Yousafzai. Altri due pannelli, alle estremità del porticato, hanno riproposto il manifesto dei giornalisti per liberare le parole dalla violenza approvato nel 2017 a Venezia. "Anche il modo in cui una notizia viene riportata può creare violenza - ha spiegato la presidente di Liberi Libri Lucia Messali, affiancata da Piera Stretti di Casa delle Donne e da Michele Venni di Auser Insieme Rovato - Ci sono anche pannelli dedicati a donne che hanno saputo reagire e che hanno creato qualcosa di bello". I pannelli sono stati posizionati sui pilastri del porticato Vantiniano, avvolti in una pellicola di plastica rossa. Un'operazione a impatto ambientale zero (la plastica sarà ritirata dall'azienda che la produce e riciclata) che però è stata motivo di duro contrasto con l'Amministrazione comunale, al punto da fare scattare un'ordinanza di rimozione.
Il provvedimento
Il primo cittadino Tiziano Belotti ha spiegato che l'Amministrazione aveva autorizzato "il posizionamento di pannelli con un drappo rosso sotto il portico, a patto che l'associazione avesse il consenso di tutti i proprietari". Il sindaco non si aspettava, dunque, di vedere le colonne fasciate in una plastica rossa e già durante l'allestimento, nel pomeriggio di sabato, in un post su Facebook ha commentato: "Ci sono molti modi per rovinare una piazza e il suo porticato monumentale. Questo, per esempio, è uno". Contattato in merito alla sua esternazione, Belotti ha precisato che il giudizio non riguarda l'iniziativa contro la violenza. "Abbiamo dato il patrocinio alla rassegna contro la violenza sulle donne, ci mancherebbe - ha sottolineato - Abbiamo sempre sostenuto le attività di questa associazione. Ma nessuno si era mai permesso di deturpare un bene monumentale in questa maniera, senza alcuna autorizzazione della Soprintendenza". E così è scattata un'ordinanza di rimozione, notificata dalla Polizia Locale subito dopo l'inaugurazione.
Un caso destinato a fare discutere
Durante la cerimonia nessuno ha fatto cenno ai problemi con l'Amministrazione, cominciati già nella fase di allestimento. L'ordinanza è stata però accolta con costernazione da Liberi Libri. "Abbiamo avuto l'autorizzazione dei proprietari e avevamo sottoposto il progetto all'Amministrazione comunale", hanno spiegato, lasciando trasparire di trovarsi di fronte a un "atto grave". Nella stessa serata, i ragazzi del sodalizio hanno iniziato a smantellare l'installazione. Nell'ordinanza, infatti, era precisato che in caso di mancata rimozione, avrebbe provveduto il Comune, addebitando le spese all'associazione. I volontari si sono riservati di commentare attraverso un comunicato stampa. Il dibattito sulla vicenda, in ogni caso, vista la natura dell'installazione e i suoi obiettivi di sensibilizzazione contro un fenomeno, quello della violenza sulle donne, che rappresenta tuttora una piaga aperta, è destinata a non finire qui.