Nuova vita per l'archivio parrocchiale di Borgo San Giacomo
Sotto i bisturi trecento anni di storia della comunità gabianese
La memoria ritrovata. L’archivio parrocchiale di Borgo San Giacomo ha nuova vita. Sotto i bisturi trecento anni di storia della comunità gabianese.
Nuova vita per l'archivio parrocchiale di Borgo San Giacomo
E’ a metà dell’opera il progetto nato tra le mura della parrocchia di Borgo San Giacomo, che vede sotto i ferri i fascicoli dell’archivio parrocchiale. Una raccolta considerevole e dal valore storico inestimabile che racchiude più di trecento anni di storia. Un’occasione unica quella offerta, che permetterà di fare un viaggio a ritroso dal 1840 (anno in cui sono nati i registri comunali) fino al 1540, alla riscoperta delle origini, usi e costumi, cognomi, rituali, aneddoti della comunità e in alcuni casi, vederli con gli occhi di chi li ha vissuti.
“Nel 2020 abbiamo cominciato a guardare dentro l’archivio e abbiamo sentito la necessità di fare ordine – ha raccontato don Fausto Mussinelli - Grazie alla buona volontà di Angelo Micheli e Giorgio Venturini che hanno iniziato a consultarlo per ricostruire il loro albero genealogico ci siamo resi conto delle criticità, l’incuria del tempo, la cattiva conservazione, e abbiamo deciso di dare un futuro alla memoria della comunità.”
E grazie all’incontro col dott. Fabrizio Levati, funzionario archivista di Stato, sono riusciti a trovare i fondi per i primi interventi di conservazione. Così ai primi cinque registri ristrutturati nel 2022 sono seguiti i tredici dello scorso anno presentati alla comunità giovedì sera, a cui si è aggiunto il contributo ricevuto dalla Cassa Rurale di Borgo San Giacomo.
“Dovete essere orgogliosi di quanto state facendo – ha commentato Levati - non è scontata questa attenzione da parte della comunità nei confronti del proprio archivio. Sono stato felice di vedere la parrocchia che si è mossa per prima, il nostro aiuto era inevitabile. Sono un funzionario archivista del ministro della cultura, tecnicamente ci occupiamo della sorveglianza dei vari archivi sparsi in Lombardia ma vogliamo aiutare chi ha un archivio a valorizzarlo e renderlo fruibile alle persone”.
E in un’era in cui l’intelligenza artificiale potrebbe ai nostri occhi trarci in inganno sull’autenticità delle immagini.
“ Gli archivi assumono un senso morale ancora più forte sono perché sono il bastione delle realtà storica di una comunità”.
Non è finita
Ma il lavoro è ancora lungo, i prossimi mesi saranno cruciali per il proseguimento dei lavori, che vedrà ancora all’opera le mani abili della restauratrice Chiara Perugini.