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Non solo crisantemi... Ecco i "must have" del Giorno dei Morti secondo i florovivaisti

Cambiano le tombe, cambiano i fiori... Ora si utilizzano anche ciclamini, margherite orchidee, ranuncoli e anemoni

Non solo crisantemi... Ecco i "must have" del Giorno dei Morti secondo i florovivaisti
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Non solo crisantemi: per la ricorrenza dei defunti, i lombardi scelgono anche ciclamini, margherite, oltre che orchidee, ranuncoli e anemoni. È quanto afferma Coldiretti sulla base di un monitoraggio tra i florovivaisti nei diversi territori.

Il Giorno dei Morti secondo i florovivaisti di Coldiretti

“La maggior parte delle preferenze va però ancora al crisantemo bianco e giallo – precisa Vittoria Urgnani, imprenditrice florivivaistica di Rovato -  riconosciuto come il fiore simbolo di questa ricorrenza con prezzi medi che oscillano dai 15 euro ai 35 euro, a seconda anche della grandezza della composizione scelta”.

Cambiano le tombe, cambiano i fiori...

Negli ultimi anni, in diverse zone, si assiste a una riduzione del numero delle tombe a terra, unita a una riduzione degli spazi disponibili nei cimiteri. Questo trend – afferma la Coldiretti – ha un impatto diretto sulla dimensione dei vasi e delle composizioni di fiori scelte per onorare la memoria dei cari defunti.
“Per scegliere al meglio i crisantemi – suggerisce Nada Forbici florovivaista di Desenzano del Garda e presidente di Assofloro – è necessario optare per vasi o composizioni con un grado di fioritura dei fiori non eccessiva ed è importante verificare bene che il fiore non perda i petali quando lo si sposta e che il gambo non presenti segni di deterioramento. Il consiglio è di acquistare direttamente dal produttore per avere un prodotto fresco”.
“Il florovivaismo italiano, con un fatturato di oltre 3 miliardi, 1,2 miliardi di export e una occupazione complessiva, compreso l’indotto, di 200mila  persone, è uno dei settori di punta del Made in Italy – conclude Laura Facchetti presidente di Coldiretti Brescia - acquistare direttamente dai produttori, che rispettano le regole, anche etiche nella produzione, favorisce l'economia locale e circolare a differenza della concorrenza sleale di prodotti importati dall’estero”.
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