Multati i sindaci in corteo per difendere l'ospedale, la denuncia (e la rabbia) social
L'amarezza dei primi cittadini: «Si possono festeggiare gli Europei e organizzare rave (con morto) ma non difendere la salute della propria gente»
Multati i sindaci in corteo per difendere l'ospedale, la denuncia (e la rabbia) social.
«Forte con i deboli, debole con i forti». È questa l’immagine che starebbe dando di sé la Repubblica italiana, almeno secondo l’interpretazione del sindaco di Lenna Jonathan Lobati, multato insieme agli altri sindaci della Val Brembana per aver manifestato pacificamente il 7 agosto scorso, chiedendo la tutela e il ripristino dei servizi di base dell’ospedale di San Giovanni Bianco.
Accade nella Bergamasca: in quell’occasione cittadini e primi cittadini avevano sfilato in corteo lungo le strade del paese brembano, bloccando il traffico, ribadendo che la salute «è un diritto anche per chi abita la montagna». E proprio l’aver bloccato temporaneamente la circolazione stradale sarebbe una delle ragioni (se non la principale) per cui i sindaci della valle, in questi giorni, stanno ricevendo i verbali dalla Digos.
Peccato però che, come evidenzia anche Lobati con amarezza, a questa prova di forza da parte dello Stato corrisponda altrettanta debolezza dimostrata nel non essere in grado di contenere o impedire il verificarsi di ben altro genere di manifestazioni. Ad esempio gli assembramenti di persone viste in occasione della vittoria degli Europei o durante il rave illegale terminato solo pochi giorni fa a Viterbo.
«Si può festeggiare la vittoria agli Europei con un pullman bloccando una via della Capitale, si possono fare i rave (con morto) tenendo in ostaggio un paese per giorni – scrive il sindaco di Lenna - ma non è consentito manifestare per i servizi e la salute della propria gente».