Legambiente punta il dito, per il sin Caffaro l'unica strada è la bonifica

Un veleno silenzioso scivola tra le falde della Franciacorta.

Legambiente punta il dito, per il sin Caffaro l'unica strada è la bonifica
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Un business dei rifiuti che a distanza di quasi 30 anni porta con se, ancora, un eredità storica agghiacciante. Un tema che per Legambiente, non va, in nessun modo, dimenticato. Nella mattinata di giovedì, al "Viandante" di Provaglio, si è tenuta la conferenza del cigno verde. "E' stata riaperta la questione del Sin Caffaro", ha sottolineato l'associazione ambientalista. Un disastro ambientale che non riguarda solo la city, ma si espande su tutto il territorio bresciano.

Le discariche della Franciacorta

Pianera, Pianerino a Castegnato e la Vallosa a Passirano. La tripletta cancerogena, in bella vista, che però sembra essere stata messa in disparte dai piani alti del Ministero e della Regione.

"Si parla spesso di area sud dello stabilimento Caffaro, e della parte che va verso Castelmella e Capriano del Colle. Non dimentichiamoci che la Vallosa per esempio è al centro della Franciacorta. Uno smacco non solo per salute pubblica, ambiente naturale ma anche per l'immagine del territorio stesso", ha spiegato il presidente della locale verde, Silvio Parzanini.

All'incontro, presenti due importanti relatori, esperti nel settore ambientale. Il dott. Edoardo Bai del comitato scientifico nazionale di Legambiente e l'avvocato Paola Ferrari , entrambi concorrono insieme all'associazione ambientalista nella richiesta di bonifica totale delle aree, che per ora dai Comuni responsabili, hanno avuto conferme solo per coperture, che come hanno spiegato nella conferenza "sono solo palliativi non di certo risoluzione del problema".

Diffide e accessi agli atti per Passirano e Castegnato

Una diffida per il Comune di Passirano, "è un atto necessario, in primis per la tutela della salute pubblica, vorremmo saperne di più sull'ordinanza emessa negli ultimi anni, sul divieto nei 500 m alla Vallosa, per attività di prodotti destinati all'alimentazione. I controlli, come vengono fatti rispettare?",hanno spiegato i relatori. Per Castegnato "l'aver acquistato un terreno inquinato con denaro pubblico senza poi essere in grado di bonificarlo quale valore aggiunto ha portato al paese?", sono state alcune delle domande che il cigno verde si è posto.

Il presidente locale di Legambiente ha poi sottolineato che "Regione e Ministro dovrebbero dare maggiore sostegno ai Comuni che hanno avuto la sfortuna di avere su proprio territorio queste aree inquinate. Viviamo in un territorio martoriato ".

Discariche fantasma, ricoperte da floridi giardini, e PCB, in bella vista, come nel Pianerino a Castegnato, ha commentato Parzanini: "E' scandaloso che dopo 15 anni ancora nessuna indagine è partita su quell'area". Tanti i dubbi e le perplessità, che nei prossimi mesi potrebbero avere risvolti.

Approfondimenti sul numero di Chiariweek di venerdì 22 febbraio.

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