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L'economia circolare di Montini è certificata

Dopo le opportune verifiche, a luglio 2023 ha ottenuto un certificato di prodotto che attesta quanto fatto per il ciclo produttivo della fonderia

L'economia circolare di Montini è certificata
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L'economia circolare di Montini è certificata, così come il suo impegno in campo ambientale. Sì, perché la ditta con sedi a Roncadelle e a Travagliato è in prima fila per quanto riguarda il risparmio delle materie prime, sfruttando le potenzialità dell’economia circolare. Ad affermare ciò non è una scritta sulla sabbia, ma un certificato di prodotto ottenuto ad inizio luglio, rilasciato dall’Istituto Italiano di Garanzia della Qualità: il documento attesta il «contenuto minimo di materiale riciclato e/o recuperato e/o sottoprodotto nei prodotti in ghisa per impiego nelle costruzioni». Significa che i materiali utilizzati dalla ditta Montini per la produzione sono stati sottoposti con esito positivo alle verifiche del contenuto percentuale di materiale riciclato e/o recuperato e/o sottoprodotto previste dalla UNI PdR 88:2020. Verifiche che proseguiranno anche in futuro, secondo precise scadenze periodiche.

L'economia circolare di Montini è certificata

Per comprendere nel dettaglio la questione, soprattutto per chi non mastica quotidianamente questa materia, è opportuno fare un passo indietro. Tutti sappiamo che Montini è una fonderia di ghisa: in passato, nel suo ciclo produttivo, così come in quello di tantissime altre realtà sul panorama nazionale, veniva utilizzata principalmente materia prima. E in particolare la ghisa in pani, ottenuta con gli altiforni direttamente dal minerale di ferro. Tuttavia, con lo scorrere degli anni, si è acuita sempre di più la necessità di riciclare, da un parte per ridurre il consumo delle materie prime, dall’altra per ottenere un risparmio dal punto di vista economico. Per rispondere a queste esigenze e inserirsi in un’ottica di economia circolare, la ditta Montini ha compiuto un’importante mossa su base volontaria

I Criteri Ambientali Minimi

Il Ministero dell'Ambiente, con un Decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale in data 6 agosto 2022 ha indicato i CAM (Contributi Ambientali Minimi) per alcuni ambiti di applicazione. E ha specificato come fare per rispettarli, seppur non abbia introdotto alcun obbligo di azione: «Il contenuto di materia riciclata ovvero recuperata ovvero di sottoprodotti è dimostrato tramite una delle seguenti opzioni […] una certificazione di prodotto, basata sulla tracciabilità dei materiali e sul bilancio di massa, rilasciata da un organismo di valutazione della conformità, con l’indicazione della percentuale di materiale riciclato ovvero recuperato ovvero di sottoprodotti; una certificazione di prodotto, rilasciata da un organismo di valutazione della conformità, in conformità alla prassi UNI/PdR 88 “Requisiti di verifica del contenuto di riciclato e/o recuperato e/o sottoprodotto, presente nei prodotti”, qualora il materiale rientri nel campo di applicazione di tale prassi».

La prassi UNI/PdR 88 e l’iter di Montini

A questo punto Montini si è affidata alla prassi di riferimento UNI/PdR 88:2020, riportante i requisiti di verifica del contenuto di riciclato e/o recuperato e/o sottoprodotto, presente nei prodotti. Lo step seguente è stato il mettersi in contatto con un ente certificatore, di parte terza, in grado di verificare e in seguito eventualmente attestare il contenuto minimo di materiale riciclato e/o recuperato e/o sottoprodotto utilizzato per la produzione, rispettando i CAM governativi.

Questo è stato l’iter che ha permesso a Montini di ottenere la certificazione di cui abbiamo parlato in precedenza, la quale ha attestato che l’azienda rispetta effettivamente i requisiti richiesti.

Gli interventi concreti

Nel concreto ciò è stato possibile grazie all’attenzione prestata ad un mix tale da garantire il minimo utilizzo di materie prime, quindi la ghisa in pani, e di impiegare il più possibile materiale di riciclo acquistato dal mercato esterno, quali rottami di ferro e di ghisa. In parallelo è stato favorito il riutilizzo del sottoprodotto interno, ovvero materiale ancora appartenente al ciclo produttivo, di cui costituisce parte integrante, ma che non ha le caratteristiche del prodotto finale. E il cui scopo primario non è la produzione di tale sostanza o oggetto. Tale sottoprodotto, che non è in alcun caso un rifiuto, potrebbe benissimo essere utilizzato anche da un’organizzazione terza.

I risultati ottenuti

E quali sono dunque i risultati ottenuti? Questa operazione ha portato alla certificazione di un utilizzo minimo di riciclato e sotto prodotto del 71.3%. Attenzione, va evidenziato che in alcune occasioni la percentuale di riciclato e sottoprodotto arriva a superare il 90%: la variabilità dipende ovviamente dalla disponibilità sul mercato di rottami di ferro e ghisa. Tutto ciò, unito al fatto che i prodotti Montini sono interamente riciclabili, porta l’azienda ad essere fieramente e pienamente parte rispettosa dell’economia circolare.

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