Inchiesta

L'avanzata del cemento bresciano: chi si salva e chi affonda

I dati dell'ultimo studio dell'Ispra sul consumo di suolo in provincia di Brescia sono allarmanti: ecco i Comuni messi peggio

L'avanzata del cemento bresciano: chi si salva e chi affonda
Pubblicato:

Prendete 205 campi da calcio e metteteli l'uno accanto all'altro. La distesa sterminata è equivalente alla quantità di suolo consumato in provincia di Brescia soltanto nel corso dell'anno scorso, il 2023. Lo rivelano i dati dell'ultimo studio dell'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), diffusi nei giorni scorsi, che fotografano con impietosa, matematica precisione quanti ettari di terreno (spesso agricolo) viene cementificato ogni anno in tutta Italia.

L'analisi Comune per Comune del 2023

Se analizziamo la situazione Comune per Comune, i 147 ettari consumati nel Bresciano si distribuiscono in modo non troppo uniforme. La Leonessa, Brescia,  chiaramente, fa la parte del leone: il capoluogo ha utilizzato 11,57 ettari, poco meno di uno al mese. Segue Calcinato, dove complice probabilmente l'avanzata dei lavori per la Tav il conteggio finale arriva a 8,16 ettari. Terzo posto sul podio dei cementificatori del 2023 per Cazzago San Martino, con circa 6,1 ettari, seguito a ruota da Gottolengo (5,94) e Concesio (4,18 ettari). Male anche Adro: (3,3 ettari), Provaglio d'Iseo (3,23) e Rovato (3,18).

I Comuni più urbanizzati...

Al netto dell'«effetto Brebemi» che colpisce la pianura il quadro non è insomma per nulla rassicurante, se si considera che proprio nell'Ovest Bresciano e nell'hinterland si concentrano già oggi i Comuni più densamente urbanizzati della provincia. Sul totale di circa 50mila ettari coperti nel Bresciano (la media provinciale per Comune è di circa il 10,5%). La palma d'oro tocca, suo malgrado, ad Ospitaletto: il piccolo Comune alle porte di Brescia ha già consumato il 46% del proprio suolo. Segue il capoluogo (44,2%), e poi Castegnato e Roncadelle (38%). Non va molto meglio a San Zeno (35%), Rezzato, Flero, Castel Mella e Mazzano (attorno al 34%). Nemmeno la verde Franciacorta è in effetti poi così verde. Capriolo è tre volte sopra la media provinciale, con il 30,21% di territorio coperto. Palazzolo sull'Oglio è al 28,5%, seguito da Rodengo Saiano (28%( e da Rovato (27,7%)

... e quelli ancora più verdi

Inutile dire che è in montagna la stragrande maggioranza dei Comuni che invece occupano la parte opposta della classifica, e che sono in proporzione i più liberi della provincia. Il primo Comune di pianura è Villachiara, dove risulta coperto soltanto il 6,82% del suolo. Se si esclude il Garda e il Sebino, restando in pianura si "respira" meglio che nella media della provincia soltanto a Gambara, Milzano, Fiesse e Pralboino.

L'avanzata del cemento in 17 anni

Considerando l'avanzata del cemento e dell'asfalto nel corso degli ultimi 17 anni (e cioè dal 2006, primo anno della rilevazione dell'Ispra) le cose non cambiano di molto. Il Comune che ha visto, in proporzione alla propria dimensione territoriale, l'incremento più importante è stato Castegnato, che in 17 anni ha "bruciato" il 5,7% del proprio suolo. Segue un altro paese dell'hinterland, Ospitaletto (+4,65) e la piccola Montirone (4,63%). Male anche Chiari (+4%) e - restando nella fascia dei Comuni investiti da Brebemi - nell'ordine Castrezzato (+3,97%), Travagliato (+3,74%) e Rovato (+3,73%).

Dalla parte opposta della classifica invece, esclusi i piccoli Comuni di montagna, si distinguono per aver conservato più suolo diversi paesi gardesani come Gardone Riviera, Toscolano Maderno e e Gargnano, dove pure lo scorso anno risultano essere stati "bruciati" 3,9 ettari. In pianura "spiccano" piccoli Comuni della Bassa profonda come Fiesse e Villachiara (+0,44%), ma anche Cologne (+0,39), Comezzano-Cizzago, Seniga, Verolavecchia e anche un grosso centro come Manerbio, tutti attorno al +0,5% di crescita.

Seguici sui nostri canali