Rovato - Capriolo

La vita dei fratelli Spahiu diventa un film: dalla fuga dall’Albania al riscatto attraverso il pugilato

Un storia d'amore e d'amicizia. Il documentario, realizzato dallo studio rovatese Frame Factory, è sbarcato su Chili.

La vita dei fratelli Spahiu diventa un film: dalla fuga dall’Albania al riscatto attraverso il pugilato
Pubblicato:
Aggiornato:

di Stefania Vezzoli e Simone Bracchi

Un progetto cinematografico che è nato da un’amicizia, a sua volta innescata da una passione comune: il pugilato. In "Portrait of Spahiu", il documentario dedicato alla vita dei fratelli Endri e Alessio Spahiu, albanesi trapiantati in Franciacorta, la boxe non è solo il tema centrale, ma la linfa vitale di questo film, il motore di una storia avvincente e al contempo dolorosa. L’opera, disponibile in streaming su Chili, è stata realizzata dai registi Joseph Corvino, originario di Clusane ma residente ad Adro, e Filippo Palmesi di Rovato, fondatori della Frame Factory, studio di fotografia e produzione video con sede in via Roma.

La vita dei fratelli Spahiu diventa un film

A spiegare come l'idea del documentario è nata è stato il regista Joseph Corvino:

"Il progetto è nato in una palestra. Sono stato pugile anche io e ho conosciuto i fratelli Spahiu in palestra a Paratico. Siamo diventati amici. Io poi con la boxe ho smesso, loro hanno continuato e hanno fatto carriera, ma l’amicizia è rimasta. Nel corso degli anni sono venuto a conoscenza della loro storia, mi hanno raccontato che i loro genitori erano scappati dall’Albania. Loro si sono aperti con me, siamo diventati come fratelli. Nel 2016 io e Filippo, che già lavoravamo nel settore, abbiamo aperto il nostro studio di produzione e ho deciso di raccontare la storia di Endri e Alessio, perché mi affascinava e perché volevo far capire che, grazie ai valori della boxe, ossia disciplina, costanza, spirito di sacrificio, hanno avuto la possibilità di riscattarsi. Spesso il pugilato viene associato solo alla violenza, ma in realtà ha tolto dalla strada tante persone. A me la boxe ha dato dei valori, e soprattutto mi ha regalato una grande amicizia".

Il lavoro sul set

Il film è stato girato in diverse location, tra la Lombardia e l’Albania, rappresentative per i due pugili e per la loro famiglia: la palestra della Bergamo box, dove Alessio ed Endri si allenavano qualche anno fa; il quagliodromo di Capriolo, dove lavorano i loro genitori; in Albania, nella casa dove vivevano il padre e la madre.

Alcune scene sono invece ambientate nella palestra Milano Fit, scelta più per esigenze scenografiche che per il legame coi fratelli Spahiu. Il documentario, autoprodotto, è stato realizzato tra il 2017 e il 2019.

Era finito prima della pandemia, ma poi ci è voluto del tempo per la distribuzione. Grazie a Mariachiara Martina il film è uscito questa settimana su Chili. Io l’ho rivisto l’altro giorno, dopo tantissimo tempo, e devo ammettere che, tra tutti i lavori che ho fatto, è quello in cui mi ritrovo di più, per la fotografia e lo storytelling. Le reazioni di chi l’ha visto finora sono positive.

Lo ha precisato Joseph Corvino. I due registi stanno anche pensando alla possibilità di organizzare una proiezione in zona, per presentare il documentario in Franciacorta, dove i fratelli Spahiu vivono.

spahiu
Foto 1 di 2

I fratelli Spahiu con Palmesi

fratelli spahiu
Foto 2 di 2

I fratelli Spahiu

L'intervista a Endri e Alessio Spahiu

I fratelli Endri e Alessio Spahiu nel mondo del pugilato, in modo particolare sul Sebino e in Franciacorta, sono una vera e propria istituzione. Due giovani che sul ring hanno portato a casa diverse vittorie, molte per Ko. Endri, classe 1987, è nato in Albania e si è trasferito con la sua famiglia a Capriolo quando aveva tre anni. Alessio, del ‘91, invece è nato in Italia. Il più giovane, dopo una breve pausa, ha deciso di riprendere tra i professionisti, mentre il 34enne, che abita a San Pancrazio con la moglie Marialaura, dopo la nascita del figlio Leon nel 2018 ha (per ora) appeso i guanti al chiodo. La boxe ha caratterizzato nel profondo le loro vite: una storia particolare e straordinaria, tanto da essere raccontata nel documentario "Portrait of Spahiu".

Queste le parole di Endri Spahiu:

"E’ stata un’esperienza insolita nata quasi per gioco, ma col passare del tempo e delle riprese mi sono reso conto che stavo vivendo qualcosa di magnifico che mi accompagnerà per il resto della mia vita - ha spiegato il 34enne - Una storia e un ricordo che potrò lasciare in eredità a mio figlio. Dopo aver registrato delle scene, eravamo seduti su una panchina nel porto di Durazzo solo io e mio padre Zenel e in quel momento mi sono fatto raccontare per l’ennesima volta il viaggio del 91’.  Lì in quel posto dove tutto è cominciato. Con mio padre con gli occhi lucidi che ripercorreva quei momenti e io insieme a lui che nascondevo le lacrime sotto gli occhiali.  Il documentario mi ha toccato il cuore; ho scelto di vederlo come uno spettatore qualunque. Ho aspettato a lungo e devo essere sincero, ho pianto come un bambino tutte le volte che mia madre (Metushka Mema, ndr) parlava e tutte le volte che lo faceva mio padre. Guardavo i miei genitori con gli occhi innamorati, belli, veri e genuini. Devo a loro tutto quello che sono oggi, tutto quello che siamo io e mio fratello. Condividere quest’esperienza con mio fratello è stato come un gioco, perché siamo veramente molto legati e nel documentario è stato risaltato il nostro rapporto".

La testimonianza di Alessio Spahiu:

"Il documentario mi ha commosso tanto, vedere la sincerità degli occhi dei miei genitori parlare delle loro scelte è stato toccante: hanno abbandonato la loro terra per darci un futuro migliore - ha aggiunto Alessio - Per me, che ero ancora nella pancia, non è stata così dura. Non mi è mai mancato nulla nella vita: ho avuto un’infanzia e un’adolescenza stupende. Grazie anche a mio fratello, quindi non ho mai subito la “diversità” che può aver subito lui. Sembra quasi che la gente debba sforzarsi di fare boxe per uscire da chissà quale mondo criminale. Tante volte è così, ma la fame uno se la crea. C’è chi ha fame davvero, come coloro che vivono nei Paesi poveri, c’è chi ha fame di cambiare vita e non prendere giri sbagliati. Io seguo la gloria, vedere il cognome di mio padre in alto sempre e in giro per il mondo. La gente usa la parola sacrificio troppo facilmente, i sacrifici li fanno i genitori per riempire la pancia ai figli. La boxe è una scelta, non un sacrificio. Solo amandola potrai avere successo"

Seguici sui nostri canali