i dati

"La condizione di vita delle pensionate e dei pensionati", l'indagine sulla città di Brescia

L’indagine è stata realizzata grazie alla collaborazione che da anni intercorre tra L’ Amministrazione comunale e i sindacati dei pensionati SPI-CGIL, FNPCISL e UILP, prevista dal Protocollo di Intesa siglato nel 2020

"La condizione di vita delle pensionate e dei pensionati", l'indagine sulla città di Brescia
Pubblicato:

“La condizione di vita delle pensionate e dei pensionati, soli o in coppia, della città di Brescia", questo il titolo dell'indagine realizzata dal comune di Brescia e i sindacati dei pensionati (Spi, Cgil, Fnp, Cisl, Uilp e Uil.

"La condizione di vita delle pensionate e dei pensionati"

L’indagine è stata realizzata grazie alla collaborazione che da anni intercorre tra L’ Amministrazione comunale e i sindacati dei pensionati SPI-CGIL, FNPCISL e UILP, prevista dal Protocollo di Intesa siglato nel 2020, che include la promozione di politiche di sostegno alle situazioni di fragilità e di contrasto all’isolamento sociale, con particolare riferimento alla persona anziana sola e alle coppie sole. Il progetto di ricerca, elaborato nel 2020 e completato nel 2022, si è concretizzato nella somministrazione di un questionario a circa 200 pensionati, soli o in coppia, per conoscere le condizioni di vita dei pensionati e delle pensionate della città, a partire dalla loro capacità reddituale e dalle scelte di spesa, fino ad approfondire la rete di sostegno familiare e relazionale. Si è trattato di un lavoro impegnativo, bloccato per più di un anno dall'emergenza Covid.

Le spese

In primo luogo è stata indagata la percezione sulla capacità di spesa in rapporto al reddito, chiedendo agli intervistati se le entrate fossero sufficienti a coprire tutte le spese. A parità di reddito, le donne hanno la percezione per il 62% circa che le entrate non siano sufficienti, mentre il 60% degli uomini ritiene che lo siano. Di fronte però alla possibilità di una spesa imprevista dall’importo definito (€ 800 per il singolo ed € 1.000 per la coppia), la risposta cambia: il 63% delle donne sole ed il 73% degli uomini soli sostengono di poterla sostenere senza aiuti.

La spesa per la salute e i medicinali, leggendo una differenza di genere nei nuclei unipersonali: per le donne sole il valore che si presenta con maggiore frequenza è rilevato nell’intervallo di importo tra i 31€ e i 50€ mensili (oltre il 30% delle donne), pur avendo anche un buon numero di scelte per l’intervallo di importo tra gli 11€ e i 30€ (30%). Per quanto riguarda gli uomini soli, circa il 34% di soggetti hanno scelto l’intervallo di importo tra gli 11€ e i 30€ e il 20% tra i 31€ e i 50€. Anche la scelta dei farmaci è condizionata dal genere e dall’età: i maschi mostrano una maggiore propensione a sostituire il farmaco prescritto con quello generico ma – più avanza l’età – meno si opta per il farmaco generico.

Le spese per la casa i rispondenti, per il 67% abitano in appartamenti di proprietà all’interno di condomini. Questa condizione abitativa può essere utilizzata come elemento per riflettere sulle possibili creazioni di reti di “buon vicinato”, volte ad attivare meccanismi di attenzione per nuclei che hanno una situazione stabile dal punto di vista 9 della casa, ma anche una condizione di benessere psicofisico che può problematizzarsi improvvisamente. D’altro lato l’abitazione di proprietà può presentare criticità con l’avanzare dell’età, soprattutto se le condizioni strutturali presentano barriere architettoniche esterne o interne, che compromettono la fruizione degli spazi in sicurezza. Resta 1/3 di persone che vive in affitto e che sostiene un importo mensile tra € 350 ed € 400 mensili, che grava sul bilancio familiare complessivo, a cui si aggiungono le spese per le utenze. Per quanto riguarda le spese incomprimibili di luce, acqua e gas, si rileva come la spesa sia in media di circa 130-150€/mese per le spese energetiche per nucleo familiare. Beneficiano dei bonus idrico, gas ed energia un numero marginale di soggetti.

Rispetto alla mobilità emerge una disparità tra uomini e donne per quanto riguarda il possesso di un’automobile, che può incidere sull’autonomia negli spostamenti a favore degli uomini. Ciò nonostante, le spese mensili per carburante si assestano tra € 50 ed € 100 mensili e denotano una tendenza delle persone a rimanere nel circuito del proprio contesto di vita. Risulta inoltre una scarsa propensione all’utilizzo dei mezzi pubblici: il 71% delle coppie e il 76% delle persone sole afferma di non sostenere spese per il trasporto pubblico.

La rete che circonda l’anziano

Emerge che circa il 90% sia degli uomini che delle donne frequenta la rete familiare, che in molto casi vive in città o addirittura nel medesimo quartiere. La relazione con la rete sanitaria e soprattutto con il medico di base è invece continuativa. I pensionati che hanno partecipato all’indagine per il 74% affermano di recarsi da soli allo studio del medico di base, dove circa il 43% del totale si reca almeno 1 volta al mese, oppure per analisi e visite specialistiche, dove si recano per il 56% una volta all’anno e per il 16% una volta ogni 6 mesi. Mentre allo studio medico accedono a piedi o in auto, si recano nelle strutture in auto privata. I familiari accompagnano il 17% dei pensionati nel caso sia necessario, senza ricorrere a persone/servizi esterni 11 alla cerchia familiare, con un ruolo che da accompagnatore, nel caso in cui le condizioni di vita dell’anziano peggiorino, si evolve in care giver. La rete assistenziale e il Servizio Sociale Territoriale coinvolgono il 23% delle donne sole e il 36% degli uomini soli rispetto all’aiuto domiciliare.

 

Seguici sui nostri canali